- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

Storia e liturgia nel culto di S. Orso 229 923 cessa se la si contestualizza verso la metà dell'XI secolo, quando i vescovi di Aosta non appartengono più alla famiglia umbertina, né sono più disposti a sottostare all'autorità del comes, anzi, rivendicano a se stessi molte prerogative di tale autorità: nel documento, ben quattro volte il vescovo si definisce comes, con un'insistenza che rive– la l'intenzione fondamentale. Un altro particolare di questa carta è interessante, se letto nell'ot– tica dell'XI secolo: si asserisce l'unità della mensa canonicale, desti– nataria della donazione, e contemporaneamente si determina la ripar– tizione dei beni, o piuttosto dei loro frutti: "ita ut canonici sancte Marie et sancti Iohannis duas partes habeant, sancti Ursi vero ter– tiam". Se ne può dedurre che nella prima metà dell'XI secolo vi era unità tra i canonici della Cattedrale e quelli di S. Orso e la riparti– zione delle rendite in due terzi agli uni e un terzo agli altri 38 potreb– be essere motivata anche dal rapporto di forza dei due gruppi. Dal l 031 - anno in cui Burcardo lasciò l'episcopio di Aosta per occupare con la forza la sede arcivescovile di Lione, lasciata vacante dallo zio Burcardo II - fino alla fine del secolo XI, le notizie sulla dio– cesi di Aosta scarseggiano. Abbiamo buone ragioni per pensare che sia venuto meno il connubio tra conti e vescovi e che i vescovi abbiano cercato di appropriarsi di prerogative comitali, sull'esempio dei vescovi di Tarentasia, Sion, Losanna e Vienne. 39 38 La medesima proporzione (due rerzi dei vori alla Carredrale, un rerzo a S. Orso) sarà in uso nel XIII secolo anche per l'elezione del vescovo, come arresra il Liber reddi– tuum CapituliAuguste, a cura di A. M . PATRONE, Torino 1957, p. 54; A. P. FRUTAZ, Le fonti cir., pp. 272-281. 39 A. BARBERO, Conte e vescovo cir., pp. 47 sgg. Ciriamo alcuni passi significarivi dei documenri di Rodolfo III, con i quali concede il comitatum alle sedi vescovili: Tarenrasia (996, cf. MGH, Regum Burgundia!, doc. 78, pp. 224-225): ". .. sancrae dei aecclesiae Darenrasiensi inregrum conferimus comirarum (...) iam dicrum comi– rarum deo deferimus, ur in omnibus eandem ipse predicrus archiepiscoparus pore– srarem habear regimine suae ordinarionis suo cuncris remporibus episcopo com– mirrere... Anselmus regis cartcellarius hoc scripsir preceprum anno domini incar– nacionis nongenresimo nonagesimo VI, indicione vero X, regni aurem regis Rodulfi III; acrum in Agauno; felicirer". Sion (999, cf. ibid., doc. 86, pp. 235-237): " .. . Agildrudis regine coniugis nosrre aman– rissime frarrisque nosrri Burghardi Lugdunensis ecclesie archiepiscopi nec non Hugonis venerandi Geneuensis ecclesie episcopi pericionibus consencienres, devo– ris eciam Hugonis Sedunensis ecclesie episcopi serviciis semper fidelirer nobis

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