- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

Storia e liturgia nel culto di S. Orso 239 canonici seculares qui superstites modo sunt vixerint, bona ecclesie quiete habeant; mortuis vero eis, sacrestia et canonice omnes ad usum regularium redi– gantur. Hoc autem quod tanto consilio et auxilio prudenter et diligenter factum est, quicumque malivolus ve! infringere ve! mutare temerario ausu temptaverit, auctoritate Dei Patris omnipotentis et beate Marie et beati Petri apostoli et beati Ursi confessoris et omnium sanctorum Dei et nostra, sit excommunicatus et a sancta Ecclesia segregatus, donec resipiscat et condigne peniteat. Fiat, fìat, fìat. Amen". Anche questo trasferimento di proprietà viene concepito secon– do gradualità: fin tanto che siano vivi l'attuale canonico sacrista e i confratelli secolari, costoro posseggano tranquillamente quei beni; ma alla loro morte, quei beni passino ai canonici regolari. Da notare la minatio, densa di allusioni, poiché menziona l'autorità di Dio Padre onnipotente, della beata Maria (patrona della Cattedrale: pare un invito al Capitolo della Cattedrale alla corret– tezza e a non ostacolare la nascita del nuovo monastero), del beato Pietro apostolo (possibile riferimento al papa che ha preso sotto la sua protezione il neonato Capitolo regolare; nel giro di poco tempo, nel 1135, troveremo s. Pietro contitolare della collegiata), del beato Orso confessore, di tutti i santi di Dio e del vescovo stes– so (che protegge il Capitolo di S. Orso di cui egli stesso ha voluto la riforma). È molto probabile che il Capitolo della Cattedrale abbia presto · cambiato avviso riguardo alla costituzione autonoma del Capitolo regolare di S. Orso. Con ogni probabilità, l'autonomia avrà richiesto la spartizione di beni fino allora gestiti in indiviso, con i conseguen– ti litigi, deplorevoli quanto inevitabili. Sta di fatto che nella bolla di papa Innocenza II del 30 novembre 1135 (1136 nello stile pisano), la formula abituale "nulli ergo omnino hominum liceat prefatam ecclesiam temere perturbare" viene variata nel seguente modo: "neque matrici ecclesie nec alicui omnino hominum... ", con una pesante allusione alla Cattedrale come fonte di perturbamenti. Un'interessante conferma dell'importanza di tale specificazione si ha nella bolla del medesimo papa Innocenza II al monastero di S. Salvatore della Bessa, del 19 novembre 1140, dove, usando la stessa formula, si precisa che il pericolo di intrusioni gravi nella gestione del

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