- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000
Storia e liturgia nel culto di S. Orso 245 trovano tracce della provenienza ursina di Guido anche nella chiesa costruita in quel periodo ad Ivrea in riva alla Dora e dedicata a s. Orso, e nella notizia, riportata dal Benvenuti, che nel XII secolo erano patroni di quella città Orso e Brigida. 76 Le bolle papali rivolte ai canonici di S. Orso insistono fin dall'i– nizio sulla conferma dei beni, poiché è sui beni che si incentrano la maggior parte delle controversie, soprattutto in questa situazione in cui i due capitoli, fino a pochi anni prima, si sono nutriti alla stes– sa mensa. Tuttavia, le bolle di quest'epoca non precisano di quali beni si tratti; di pochi di essi abbiamo esplicita menzione nei docu– menti locali, per cui largo spazio rimane alla libera supposizione. Sappiamo di un aquaricium, ossia un diritto d'acqua, donato in ele– mosina alla chiesa di S. Pietro e S. Orso da Pietro de l'Archet e dal suo parente Viliermo. I diritti d'acqua sono tradizionalmente mate– ria di contenzioso; in questo caso si tratta di un diritto d'acqua che Pietro de l'Archet ha avuto dal vescovo stesso, e la donazione è fatta con l'approvazione e la concessione definitiva dello stesso vescovo Erberto: 77 "Breve recordationis de quadarn elemosina quam faciunr Petrus de Arculo et Viliermus consanguineus eius videlicet ipsi donanr ecclesie sancti Petri et sancti Ursi pro remedio animarum suarum et paremum suorum quoddam aquaricium 76 G . BENVENUTI, !storia dell'antica città di Ivrea dalla sua fondazione fino alla fine del secolo XVIII in sei libri divisa, a cura della Società Accademica di Storia ed Arre Canavesana, Ivrea 1976: "Era S. Orso unitamente a S. Brigida V. uno dei protettori della città.. . La chiesa probabilmente fu distrutta allorché si principiò il Naviglio" (p. 638); "S. Orso farsi nel sito dell'alveo del Naviglio, che !ambe il giardino del Conte Perrone" (p. 391); "La strada che va retta al Palazzo Perrone anticamente dicevasi ad perram mali consilii, poi sino ai nostri tempi si disse Ruca S. Ursi" (p. 392). Peraltro, tale Ruca sancti Ursi diverrà oggetto di provvedimenti legislativi unicamente per vietar– vi il deposito di immondizie, cf. G. S. PENE-VIDARI, Statuti del Comune di Ivrea, r. II, BSS Cl..XXXVI, Torino 1969, pp. 8, 127. 77 HPM, Chartarum, II, n. CLXXIII, col. 219; anni 1133-1138. Non è neces– sariamente un corso d'acqua, come afferma il Due (HEA, t. I, p. 355), soprattutto perché in città nessuno può pretendere diritti di proprietà su un corso d'acqua che serve un quartiere; piuttosto è un diritto d'acqua, un lasso di tempo in cui si può usare l'acqua per irrigare, cf. O . ZANOLLI, Computa Sancti Ursi, vol. III , Aoste 1998, p. 1157.
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