- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000
328 Paolo Papone - Viviana Vallet Nella prima redazione il beatissimo Orso compra un campo seminato e vi lascia la messe per gli uccelli. einterpretazione è forni– ta dalla citazione evangelica (Mt 6, 26): il Signore pasce gli uccelli che non seminano e non mietono, e Orso, nuovo Adamo creato ad immagine e somiglianza di Dio, fa lo stesso. E gli uccelli ripagano il santo con la loro amicizia fiduciosa, quasi a dire che là dove un uomo lotta contro il peccato, si crea un nuovo Eden. Si noti che il capitel– lo n. 32 inizia proprio di qui la sua narrazione: gli uccelli non volano verso il cadavere di Ploceano (rapito dai diavoli alla fine della narra– zione), bensì verso s. Orso; e sono chiamati corvi secondo il parallelo lucano di Mt 6, 26 (volatilia coelz): considerate corvos quia non semi– nant neque metunt, quibus non est cellarium neque horreum et Deus pascit illos (Le 12, 24). Questa variante rispetto alla redazione scritta attesta una notevole dimestichezza con le Sacre Scritture, tale da saper scegliere il parallelo più confacente allo spazio disponibile sul capitel– lo per la didascalia. Nella seconda redazione l'uomo di Dio pratica una gestione più articolata del suo campo: ne miete una parte e ne lascia un'altra per i poveri e per gli uccelli; prima della citazione di Mt 6, 26, si cita come oracolo profetico il Salmo 9: è giusto occuparsi degli animali, ma ancor più bisogna pensare ai poveri e agli orfani. Questa aggiun– ta concorda bene con la caratteristica dei canonici agostiniani di avere, annesso al monastero, un ospizio, destinato all'accoglienza, alla cura e al sostentamento dei poveri, e dove regolarmente veniva prati– cato il mandatum giovanneo (Gv 13), ovvero i canonici andavano pregando e cantando a lavare i piedi ai poveri. 536 La citazione evan– gelica comune alle due redazioni (Mt 25, 34) dà il senso di tale usan– za: nei poveri si riconosce presente Cristo stesso. Anche la borsa che il capitello n. 32 raffigura sopra s. Orso sintetizza iconicamente il concetto di elemosina che compare nelle Vit.:e. Riguardo agli uccelli– ni, la seconda redazione aggiunge una annotazione stupita: s. Orso dava da mangiare ai suoi amici pennuti con le sue stesse mani, e poi li lasciava andare illesi! Nel territorio valdostano il cibo non ha mai sovrabbondato: rinunciare a mietere un campo significava una decisa scelta ascetica. Se a questo si aggiunge la rinuncia ad adoperare la 536 GS 135, E 64'.
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