- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

332 Paolo Papone - Viviana Vallet prima redazione- che non c'è un cavallo più bello di quello che sta montando; 541 nella seconda aggiunge la menzione del donatore: quis tibi dedit?Con ciò pare sottolineato che i diritti di proprietà non sono originari, ma acquisiti, ricevuti da un donatore, e ogni rivendicazio– ne ne deve tener conto. Che, nella seconda redazione, il racconto sia reinterpretato in chiave fortemente simbolica, risulta chiaro dalla conclusione: il ragaz– zo, in lacrime tra il timore e l'ammirazione, riconosce di essere mise– ro, perché cercava piangendo quello che su cui già sedeva; ebbene, il secondo redattore aveva premesso che il ragazzo si era visto colto in fallo (captum) nell'interrogatorio di s. Orso. Ma in realtà non è emer– so alcun fallo, salvo forse qualche trascuratezza al pascolo, peraltro non determinante, visto che il cavallo non era affatto perso, anzi, era lì. Il fallo, il fallimento, sta proprio nel non vedere quel che si ha, e il non-vedere dipende dal non-pregare, come appare evidente dal paca– to rimprovero conclusivo. La seconda redazione aggiunge anche un cenno vago ad una intercessione di s. Orso presso il Dominus- l'am– biguità tra il padrone e il Signore potrebbe essere voluta - la quale evitò al servo spiacevoli conseguenze. Questa aggiunta può essere considerata una testa di ponte letteraria che prepara per contrasto l'e– pisodio susseguente del servo del vescovo Ploceano; così si spieghe– rebbe (la relazione vale indipendentemente dalla successione tempo– rale) perché il capitello n. 32, onde semplificare la narrazione icono– grafica, identifica (armiger episcopi errans cum palaftedo) il cavallaro e il servo del vescovo Ploceano. Tra l'altro, se la prima redazione parla di un cavallarium e di un ministerialis, e la seconda di un custos equo– rum e di un ministralem, come mai il capitello n. 32 dice armiger epi– scopi, armigero? Se prendiamo il termine nella sua accezione medie– vale più pacifica, potremmo pensare ad una banale 'promozione' nar– rativa del personaggio da cavallaro a scudiero; però perché cambiare il termine del testo di riferimento? Se il problema fosse la lunghezza delle parole relativamente allo spazio disponibile, allora il testo 541 Il cavallus optimus, optimus equus del giovane nella seconda redazione è detto da s. Orso pulchrum, formosum et honestum: un vero cavallo da parata, tanro che il capi– tello n. 32, per ovvie ragioni di spazio, riassume tutte queste qualità nel termine pala– fido.

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