- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

Storia e liturgia nel culto di S. Orso 335 ragionamento di A. P. Frutaz che, in base ad una presunta datazione più antica della seconda redazione, vedrebbe intitolata a s. Pietro la chiesetta carolingia sorta sui ruderi della chiesa paleocristiana cru– ciforme. 546 L analisi fin qui condotta mostra che la seconda redazio– ne risponde molto bene alla realtà storica dei canonici di S. Orso nei primi decenni della loro vita regolare, e dunque deve essere datata intorno alla metà del XII secolo, avendo come ovvie date-limite il 1132 (fondazione della vita regolare a S. Orso) e una non meglio pre– cisabile seconda metà del secolo (neumi del codice GS 2). Ancora qualche dettaglio sull'episodio di Ploceano. Nella pri– ma redazione s. Orso chiede al vescovo semplicemente veniam per il servo; invece nella seconda chiede absolutionem criminis e vestre dome– sticitatis concessionem. Questa intercessione è ben strutturata secondo la regola agostiniana, che così recita riguardo al crimen: "Quicumque convicio vel maledicto vel etiam crimine obiecto aliquem leserit meminerit satisfactione quanto ocius curare quod fecit et ille qui lesus est sine disceptacione dimittere". 547 E riguardo al vivere insieme nella medesima casa: "Non enim prodest si nos continet una domus. et separat diversa voluntas. Plus enim adtendit deus unitatem". 548 Il vescovo è il referente ultimo dei canonici, che a lui devono obbedire; invece i monaci dipendono dalla giurisdizione dell'abate, e sono periodicamente verificati dal visitatore dell'ordine. Ad Aosta il vescovo rappresentava l'autorità religiosa e gran parte di quella civile, tanto che gli ordini monastici, per natura loro autonomi dal control– lo vescovile, non hanno avuto molto spazio nella realtà valdostana, mentre i canonici hanno giocato un grande ruolo. In quest'ottica, se i canonici regolari di S. Orso hanno vissuto rapporti difficili con un vescovo di Aosta, non deve essere stata affatto facile la domesticitas, la famigliarità tra vescovo e canonici. 5 46 A. P. FRUTAZ, I monumenti cit., pp. 35-37. 547 AGOSTINO o 'IPPONA, La Regola cit., p. 27; GS 135, ( 58". 548 UGO DI S. VITTORE, Expositio in regulam beati Augustini, PL 176, col. 882. La spiritualità canonicale dei secoli Xl e XII si riferiva alla Regola di S. Agostino; tuttavia, data la brevità del testo agostiniano, diventavano normativi anche i più autorevoli com– menti alla regola stessa, come attesta la già citata silloge di S. Lorenzo di Oulx, cod.. GS 135 (la citazione di Ugo di S. Vittore si trova a f. 83").

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=