- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000
Storia e liturgia nel culto di S. Orso 337 Nel tranello ordito dal vescovo Ploceano, rispetto alla prima redazione, la seconda sottolinea l'idea di nascondimento: il vescovo ordina "in segreto" (clam) ai suoi servitori di tendere un agguato al servo per prenderlo come esce dalla chiesa in cui ora "si nasconde" (latitat). Considerando che la Regula di s. Agostino identifica come ladro colui che cela qualcosa che gli è stato dato e non lo vuoi met– tere in comune, 551 nella seconda redazione si intravvede, come in fili– grana, un gioco in cui il vero "ladro" non è colui che si nasconde (poco oltre protesterà per essere stati trattati quasi latronem), ma colui che di nascosto ordisce tranelli. Se nella prima redazione il vescovo furioso è detto mosso da pazzia, insania ductus, nella seconda vien definito crudelissima bestia, dunque colpevole senza alcuna attenuante. lvi la condanna del vesco– vo viene ancora retoricamente amplificata dichiarandolo non pastore ma lupo rapace, e citando Sal 111 e Ebr 10, 38. Mezzo morto, il servo riesce ancora ad arrivare fino a s. Orso e lo accusa di tradimento connivente, poiché da un giusto si ha la giu– stificazione, da un iniquo il tradimento, e si appella al giudizio divi– no. Sono abbastanza evidente le allusioni a Cristo e a Giuda; la figu– ra del Cristo si intravvede anche nella commossa reazione del beato Orso quasi super filio unigenito: l'accenno è a Zac 12, 10, versetto ripreso in Gv 19, 37 per la crocifissione. I.:invettiva di Orso contro Ploceano, nella prima redazione ne sottolinea l'agire ingannevole, nella seconda lo dichiara un usurpato– re, e questo ha pesanti conseguenze, poiché scioglie dall'obbedienza canonica. Segue la predizione dell'orribile morte di Ploceano: gli angeli tartarei della prima redazione diventano i demones e i tetris spi– ritibus della seconda e i diaboli del capitello n. 32. I.:accenno al Tartaro della prima redazione viene sviluppato con la sepoltura di Ploceano nell' infernum della seconda, mentre nigra Tartara ricom– paiono nella lunga didascalia che corre nella parte alta del capitello. La didascalia episcopus ha la funzione di identificare Ploceano sul letto di morte, dove ovviamente non porta più le insegne episcopali. Il 551 "Si aliquis rem sibi collatam celaverit furti iudicio condempnetur": questa norma non è presente nel testo stabilito dagli Etudes Augustiniennes (Parigi 1967), ma è attestato nella silloge del XII secolo GS 135 (( 58').
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