- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000
Storia e liturgia nel culto di S. Orso 383 solo il titolo (f. 12': "Incipit vita Sancti Ursi presbiteri et confesso– ris"), ma tutto il testo presenta interpolazioni volte a nobilitare s. Orso, tanto nel ministero quanto nella genealogia. Così, accennan– do alla chiesa di S. Pietro, non si dice che l'uomo di Dio Orso ivi semplicemente "fungebatur offìcio", ma "sacerdotii fungebatur affi– cio, non cerda neque sutor sotularium vel calciamentorum sicut ali– qui male putant" (f. 12v); e più avanti non solo "deo serviebat", ma "missam suam celebrabat deo" (f. 13v); infine non solo "custos erat" di quella chiesa, ma ivi "commorabatur et in eadem ecclesia offi– tium et missam suam assuetus reddebat" (14'). C'è un che di ceri– monioso, nello stilè di questo copista, per cui Orso è un "beatissi– mus vir" (f. 12v, 13v) e un "sanctus presbyter" (f. 14'); l'avverbio "profecto" posposto a Mosè diventa il suo attributo "prophete"; a Ploceano è aggiunto il titolo "episcopus" e Orso, nel rivolgersi a lui, lo chiama più volte "domine" (f. 14'). L'interpolazione più consi– stente e ricca di informazioni totalmente "nuove" si trova nel fina– le (f. 15'): "Unde vir dei filius regis scocie fuit, qui relinquere volens terrena et concupiscere celestia iuxta verbum domini dicentis. nisi qui reliquerit patrem vel matrem. agros domos et cetera que secun– tur non est me dignus. hinc romam tanquam peregrinus venit. Postea magis volens fugere partes suas. deo permittente ad Augustam civitatem pervenir. ibique in ecclesia que tunc et nunc erat fabricata in hononore (sic) sancti Petri apostolorum principis. ibique assidue et continue orabat iuxta illud dictum Jacobi. Quod multum valer deprecatio iuxti assidua. Et quam diu ibi vixit fontus est sacerdotii offitio. qui cottidie cupiebat disolvi. iuxta verbum apostoli et esse cum christo. Ad quam dissolurionem seu migratio– nem [occurrerunt ... ] ". Evidentemente questo testo presenta diversi problemi. VC XXXIV, che è del passaggio XII-XIII secolo, e che è riprodotto fedel– mente in NC XXVII, si conclude molto presto (alle parole: "propera– bat paradisi"): il copista di NC XXVII disponeva dunque di un testo più lungo. Proviamo a fare delle ipotesi. Si potrebbe supporre che NC XXVII abbia copiato da un testo completo, da cui anche VC XXXIV avrebbe tratto la sua parte; questo testo completo dovrebbe dunque datare al più tardi alla seconda metà del XII secolo. I tempi paiono
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