- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000
384 Paolo Papone - Viviana Vallet dunque un po' stretti, per pensare questo testo completo compilato in terra vercellese, dove i canonici di S. Orso giunsero solo nel 1173; se, invece, un testo così antico fosse valdostano, se ne dovrebbero tro– vare tracce nei leggendari di S. Orso del XII e XIII secolo (SO 13 e SO 7), mentre le addizioni di NC XXVII sono un prerogativa esclusi– va di quel codice; infine, abbiamo notato come l'evidenziare la dignità presbiterale sia una caratteristica del XIV e XV secolo, men– tre in precedenza non compare. Se, dunque, è difficile sostenere l'esistenza di un testo com– pleto fonte di VC XXXIV e di NC XXVII, si può pensare che NC XXVII abbia copiato da VC XXXIV; ma allora ritorna il problema: perché, disponendo di un testo completo, nella prima parte ha copiato ve XXXIV? Considerando che le interpolazioni di NC XXVII non trovano conferma in nessun codice liturgico, né ante– riore né posteriore, 61 4 si potrebbe azzardare l'ipotesi che il copista di NC XXVII, conscio di aggiungere informazioni "nuove", abbia voluto avvalorarle copiando all'inizio un testo (VC XXXIV) di un'antichità significativa ed autorevole. Il codice NC XXVII ha posto la questione delle presunte origini scote o irlandesi di s. Orso, questione che, con grande probabilità, dipende in buona parte dalla condivisione del giorno della festa (l febbraio) tra Orso e l'irlandese Brigida di Kildare. Controllando i calendari e le litanie dei codici del XV secolo, si può avere un'idea della diffusione del culto di questi due santi. Due codici svizzeri, un graduale-prosario di Losanna conservato presso l'Archivio Storico di Aosta (AH l, f. 122'; MLEA II, pp. 365-369) e un messale di Ginevra conservato nell'Archivio della Collegiata di S. Orso (SO 21, f. 185"; MLEA Il, pp. 292-297) menzionano al l febbraio soltanto s. Brigida, testimoniando che a nord delle Alpi Pennine s. Orso era sostanzialmente ignorato. Invece i codici valdostani quattrocenteschi talora considerano soltanto s. Orso, come il graduale-prosario di 614 Il primo che riprenderà la notizia delle origini "scote" di s. Orso è J.-L. VAUDAN, nello Extractus anniversariorum della Cattedrale (BC 61, 1554), al1 febbraio: "Ursi, confessoris et sacerdotis, natione scoti, patroni contutelaris civitatis et burgi Auguste Pretoree Salassorum" , O . ZANOLLI- L. COLLIARD, Les obituaires cit., p. 168.
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