- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

584 Roberto Bertolin di eredi maschi legittimi egli donò metà del castello di Arnad al signore Arduzzone di Vallaise ed ai suoi nipoti, tutti della Cote, oltre ad un appezzamento sito in Champagnola ed i diritti sull' insula de Pomar, fatti salvi quelli dei feudatari Obertus de Castello Amonis e sua moglie jacomina. 99 La formulazione del testamento di Amedeo, purtroppo, è più idonea a creare problemi che a fugare dubbi, propria di un atto tutt'altro che solido sul piano formale: nonostante si legga che Amedeus de Arnaudo ... volens providere anime et corpori et dispone– re bona sua.. . testamentum nuncupativum in scriptis focere procura– vit, l'interessato non si preoccupa per la sua anima, non dà indi– cazioni per le sue esequie, non costituisce legati particolari e, soprattutto, non nomina gli eredi universali, chiave di volta delle disposizioni testamentarie. Il testatore, inoltre, non dispone in ordine alla totalità dei beni posseduti, che documenti successivi dimostrano essere ben più ampi, ma solamente ad una parte di essi, il che riconduce la presunta espressione di ultima volontà ad una più semplice donazione inter vivos: Amedeo infeuda Arduzzone ed i suoi nipoti dei beni in questione, chiede l'usuale ferro di cavallo di placito e dà loro licenza di godere immediata– mente della cosa ceduta. Non è chiaro cosa ne fu della metà del castello non compresa nel testamento, ovvero se, attorno al 1286, Amedeo godesse anche di questa, se essa sia stata oggetto di donazioni ulteriori oppure se appar– tenesse, tutta od in parte, a qualcun'altro. Compare, in effetti, a questo punto, un nuovo personaggio che potrebbe contendere ad Amedeo l'onore di essere stato l'ultimo discendente maschile degli Arnado: nel 1280, alla conferma della donazione di Moruello e Pietro, assistette un certo Vioninus de domi- 99 AHR., Fonds Vallaise, 36/1113 e J-C. PERRIN, Franchises. .. ci t., pp. 231-232. Si noti che gli Arnado possedevano solo una metà del castello, quella cioè a suo tempo infeudata al nonno Ruffino; l'altra metà, seppur goduta dalla stessa famiglia, apparte– neva ancora ai Pont-Saint-Martin; Amedeo, in questa occasione, donò quindi ai Vallaise non più di un quarto dell'intero edificio.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=