- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

Una pagina di storia valdostana 599 nente terra ferma era assoluta, vale a dire, da niun corpo politico indi– pendente moderata». 5 Degli Stati aostani troviamo traccie fin dall'anno 1253; ma, come dissi, essi fecero parte integrante di quelli di Savoia e Piemonte e solo nel secolo XVI pigliarono vita propria ed indipendente. Però il Ducato di Aosta, come il paese di Vaud, sin dai più remoti tempi in cui venne sotto la dominazione sabauda, per le franchigie particolari di cui godea, per le abitudini che in esso vigevano, non s'accomuna– va alla condizione degli altri Stati di quei principi, tanto al di là che al di qua delle Alpi; onde in tutti gli ordini generali che si pubblica– vano dai Sovrani sempre si trova fatta speciale eccezione per le con– suetudini particolari della Valle. Così nel proemio agli Statuti di Amedeo VIII, quel duca promulgando le nuove sue leggi, dichiara ch'esse debbono osservarsi salvis bonis et laudabilibus consuetudinibus nostrorum ducatus Augustae et patriae Vaudi, qui non iure scripto sed consuetudine reguntur. 6 Queste sue prerogative il Ducato di Aosta le difese sempre con grande energia ed alla conservazione di esse i Tre Stati volsero l'opera loro, la loro attività. Questa si manifestò special– mente durante le guerre tra Francesco I e Carlo V, e questo criticissi– mo periodo di tempo segna per gli Stati aostani il massimo splendore. Tutta la vita politica del Ducato si raccoglieva nelle mani dei Tre Stati. La loro convocazione si faceva per lettera-circolare, non già del principe, ma del vescovo, quale capo del clero, a tutti i vassalli e gen– tiluomini che possedevano feudi e giurisdizione coll'esercizio della giustizia. Uguale avviso era spedito a tutti i comuni immediati e mediati di tutto il Ducato, invitandoli a mandare i loro sindaci e deputati muniti di speciale procura che dovea consegnarsi al segreta– rio di Stato, quando proclamava il nome degli intervenuti secondo l'ordine loro. Nella lettera-circolare era spiegato il motivo per cui si radunavansi i Tre Stati ed in ultimo veniva un caldo appello a tutti, affinché intervenissero nel giorno stabilito. E qui notiamo subito una differenza che passa fra gli Stati aostani e quelli del Piemonte. Questi ultimi si radunavano per convocazione del Sovrano, mentre quelli 5 Carurri: «Sroria del regno di Carlo Emanuele III» vol. I c. VII. 6 Sclopis: «Degli Srari Generali e d'alrre isriruzioni poliriche del Piemonre e della Savoia> p. 58.

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