- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000
608 Victor Frutaz narlo, pensando specialmente al fatto che ogni comunicazione, ogni scambio, ogni commercio, che sono la vita di un popolo, erano allo– ra distrutti per la rivalità, le ostilità, le guerre continue tra Stato e Stato. Il trattato di Cateau-Cambrésis del1559 poneva fine a quella san– guinosa guerra che aveva straziato il Piemonte, e gli abitanti della Valle d'Aosta che ne erano rimasti immuni salutavano con gioia il ritorno del principe sabaudo nei suoi dominii. - A questo splendido risultato condusse il Ducato la saggia politica dei Tre Stati e l'energia del Consiglio dei Commessi. «C 'est ainsi, scriveva uno dei nostri più begli ingegni, il rimpianto canonico Bérard, c'est ainsi que nos ancetres ont su préserver leur patrie des horreurs de la guerre et conserver sur leurs drapeaux les armes de la Maison de Savoie si aimée par les Valdotains, tandis que la Savoie et le Piémont devinrent la proie des Français victo– rieux. Voilà une des plus belle pages de notre histoire. Elle prouve jusqu'à quel point de considération notre Conseil des Commis avait su s'élever pour pouvoir traiter comme puissance avec ces deux colosses l'empereur et le roi de France. Elle nous rappelle les bienfoits de cette célèbre institution des Commis qui ont dirigé si glorieusement et si utilement le gouverne– ment de notre Vallée et l'immense service qu'ils ont rendu à la Maison de Savoie, en conservant sous son obéissance un pays qui dans ces circon– stances, surtout, auraitpu entrer dans la confédération hélvétique suivant l'exemple de Genève, du Chablais et du canton de Vaud». 16 Ben a ragione si considera questo come uno dei più splendidi periodi della storia valdostana; assai difficilmente in vero si potrebbe trovare maggiore esempio di amore alla propria indipendenza, alle proprie franchigie e d'inviolabile fedeltà al Sovrano. Dai fatti narrati appare, direi così, un lato speciale dell'attività dimostrata dai Tre Stati, e cioè rispetto alle cose militari. E questo era senza dubbio l'argomento più grave di cui dovessero occuparsi. Ma nello stesso tempo nulla trascuravano rispetto alle cose d 'ordine inter– no e ne fanno fede i verbali di quelle assemblee. Se indefessa vigilan– za si esercitava sul confine acciocché il nemico non ponesse piede nel Ducato, non meno attentamente si vigilava all'interno pel buon 16 Bérard: < Traités de neutralité conclus entre Henry II roi de France et les Etats du Duché d'Aoste» 6° boli. della <<Société académique du duché d'Aoste» anno 1868.
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