- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

612 Vietar Frutaz siderava ornai i Tre Stati solo come un mezzo per ottenere dal Ducato quelle gravezze che si volean chiamare col grazioso nome di sussidi. Lopera iniziata da Carlo Emanuele III fu compiuta dal suo successo– re Vittorio Amedeo III. Nel 1772 si compivano i sei anni dacchè era stato votato l'ultimo sussidio e quindi, secondo l'antica usanza, gli Stati dovevano essere convocati per votare l'altro donativo. Ma nol furono e nel 1773 il governo riscosse il tributo non più come libero dono, ma come cosa dovutagli. Lultimo colpo alle sue franchigie fu portato in questo stesso anno colla promulazione nel Ducato di un nuovo regolamento pubblico amministrativo. In tal guisa, osserva il Perrero, restarono ad un tratto distrutte e sepolte le istituzioni che pel corso di più secoli avevano formato l'orgoglio e l'amore di quelle popolazioni. La trasformazione fu compiuta senza scosse, ma non senza rimpianti e rancori anche per parte di non pochi che, pur essen– do estranei al Ducato, non potevano tuttavia rimanere spettatori indifferenti di una spoliazione alla quale essi credevano potersi e doversi preferire una semplice riforma. 19 Parecchie sono le cause che spiegano la lunga durata e l'autorità acquistata dagli Stati d'Aosta. E prima mettiamo la loro compatezza, lo spirito di unione, di fratellanza ed il grande amore alle proprie libertà. Alcuni scrittori, dopo aver parlato di queste assemblee e delle vicende per cui passarono ricordano a guisa di corollario che antico è il reggimento temperato, recente l'assoluto. Tale affermazione parrà forse ad alcuni strana e si potrà domandare dov'era.a quei tempi la libertà «giacché gli Stati ci rappresentano associazione di potere e gua– rantigia di diritti, senza però consacrare le dichiarazioni di libertà fondamentale dei sudditi». «La libertà, risponde lo Sclopis, era allora nei privilegi particolari delle varie classi di persone, nelle franchigie dei comuni, nei patti deditiz1, nelle accomandigie, nelle salvaguardie. Era uno svariato mosaico di libertà speciali che formavano come un complesso di diritto pubblico. Dall'un dei lati si rispettava un'autorità nominai– mente assoluta; dall'altro si costruiva una serie di privilegi distinti all'infinito, ma tutti rivolti a limitare il potere despotico. Era una 19 Domenico Perrero nelle «Curiosità e ricerche di Storia Subalpina per una Società di studiosi delle patrie memorie>>, vol. I p. 503.

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