- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

614 Victor Frutaz ebbe la più cospicua illustrazione nella memorabile storia dei canto– ni svizzeri, storia poco meno istruttiva di quella delle celebri repub– bliche dell'antica Grecia». 22 E questo amore per la libertà e l'indi– pendenza ha la sua più bella prova nella energica lotta sostenuta dal Ducato d'Aosta per le sue franchigie. Questa lotta contro il regio potere che, ora colle minaccie, ora colle lusinghe, studiavasi di toglie– re al popolo le sue libertà, i suoi privilegi e su esso stabilire la sua· autorità assoluta, questa lotta dico, fu dai Tre Stati condotta con estremo accanimento, fu una lotta incessante, d'ogni giorno e «l'aver saputo, non direm già vincere (che le condizioni dei tempi insupera– bilmente vi ostavano) ma resistere a tutt'uomo, non cedendo che il terreno a palmo a palmo, fu gloria e ventura del grande Ducato, e ad un tempo, omaggio ben debito a quelle sue franchigie si larghe e libe– rali che per conto massime del Consiglio generale dei Tre Stati, diffi– cilmente se ne troverebbe il riscontro in verun dei regni circonvicini, nonché nelle altre provincie subalpine», 23 Siffatta istituzione dei Tre Stati quale esisteva in Piemonte ed altrove fu sempre qualcosa d'imperfetto, tra perché corpo quasi essen– zialmente finanziario era escluso da qualsiasi participazione al potere legislativo, tra perché sempre in balia del Sovrano che li convocava a suo arbitrio, tra ancora perché non grande influenza ayevano sul popolo, imperocché non possedevano una tradizione regolare ed uniforme che costituisce la vera vita interna e la forza dei corpi poli– tici. Ma nessuno di questi inconvenienti si verifica negli Stati aosta– ni. Altro grave difetto riguarda precisamente quella che era la loro principale attribuzione, cioè la concessione dei sussidi ai sovrani. Ora nelle deliberazioni relative a questi sussidi da concedersi grande pre– ponderanza avevano la nobiltà ed il clero, riducendo così il terzo Stato, che costituiva l'immensa maggioranza della nazione e su cui specialmente cadevano le gravezze, ad una parte molto secondaria e passiva. E «questo mettere i più a discrezione dei pochi, questo quasi arbi– trio lasciato ai pochi gaudenti di accattare benevolenza e grazie dal 22 Tommaso Erskine May: <<La Democrazia in Europa» in <<Biblioteca delle scien– ze politiche diretta da Attilio Brunia!ti>>. Vol. I parte I Introduzione. 23 D. Perrero: op. cit. vol. I p. 475.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=