- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000
620 Bibliographie XVI con le sempre maggiori interfe– renze negli affari pubblici della Valle dei grandi organismi statuali e del– l'alta burocrazia centrale. Ma è innegabile che in questo stesso periodo nella Valle d'Aosta, non meno che altrove- è l'autore a sottolinearlo -, si sia svolto un duro scontro di ceti e di classi, riassunto dal Nicco nel capitolo secondo, Le contraddizioni di un'epoca, in cui è posta in debito risalto una delle più gravi "pierres d'achoppement", la cosiddetta questione della "coéqua– tion generalle", ovvero d'una più equa ripartizione delle imposte, sol– levata sin dagli anni 1625-1628 dal Terzo Stato, su cui gravava l'intero onere fiscale e osteggiata dalla nobiltà e dal clero; questione che doveva ricevere un'adeguata soluzio– ne solo molto tempo dopo. Di fron– te a tale pervicace opposizione dei ceti privilegiati, lo stesso De Tillier, dunque un tenace ma onesto con– servatore, doveva amaramente con– fessare che "de si beaux proiets se sont insensiblement évanouis et sont restés sans exécution''_2 2 ].-B. DE TILLIER, Historique de la Vallée d'Aoste, prima edizione integrale a cura di A. Zanono, Aosre 1966, p. 333. 3 Vedasi in meriro anche il breve elo– gio che l'autore tesse del De Tillier. 4 L. MARINI, La Valle d'Aosta fi-a Sa– voia e Piemonte (1601-1730), in La Valle d'Aosta, II, Torino 1959, pp. 557-691. Sull'attività del Conseil des Commis veda– si il celebre Mémoire raisonné del 1756, Nel capitolo qui preso in esame, come nel successivo, La fine del regi– me di autonomia [1773], è particolar– mente l'aspetto economico-sociale, con tutte le sue limitazioni, i suoi abusi e favoritismi, ad attrarre l'atten– zione dell'autore, come a tematiche storiografìche a lui consuete e conge– niali, mentre la parte più propria– mente politico-istituzionale è lasciata un po' in disparte, pur affermando l'autore che "le istituzioni valdostane hanno operato sul piano politico con continuità e fermezza in difesa del sistema di autogoverno e delle libertés che ne sono il presupposto". 3 D'altra parte, il ruolo politico– istituzionale svolto dalle magistratu– re locali, nonché il notevole operato del Conseil des Commis avevano già formato oggetto degli studi di Lino Marini e di Maria Ada Bene– detto, cui l'autore rinvia. 4 A questi primi tre capitoli, che non costituiscono affatto una intro– duzione ma che avendo una funzio– ne esplicativa si legano in una com– piuta omogeneità strutturale con l'insieme del testo, fanno seguito ediro da M. A. BENEDETTO, Il "Conseil des commis" del ducato d'Aosta, Aosta 1964, pp. 210-314, citaro dal nostro aurore a p. 20. A quesro riguardo, sarebbe veramente auspicabile che venissero editi i due mano– scrini del De Tillier: Recueil des matières.. . traitées dans le Conseil des Commis, cfr. L. COLLIARD, Les manwcrits de jean-Baptiste de Tillier, Aoste 1982, pp. 211-213.
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