- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

Bibliographie 629 Occorre pure dire che non tutto il male viene per nuocere. Facendo corpo a sé in separata edizione, que– sta "Storia religiosa di Hone", non sacrificata da impellenti esigenze tipografiche, acquista la dimensione, la completezza e l'importanza che naturalmente le competono. Che un volume venga destinato interamente alla vita religiosa d'una comunità, lo dimostrano, tra l'altro, le recenti monografìe dello Zanolli e del Perrin. 1 I due esimi autori non hanno infatti esitato a dedicare un tomo intero della loro trilogia ai problemi religioso-ecclesiastici. A questo riguardo ci pare ap– propriata la motivazione che ne of– fre il Perrin: "Au Moyen Aye surtout - scrive il noto storico - mais jus– qu'au débur de ce siècle encore, la vie civile était fortement influencée par la religion et par l'Église. Les étapes de la vie de l'homme étaient guidées par certe présence, qui les conditionnait et les régissait". 2 Quanto a Hone, questa presen– za si è mantenuta ben viva sino ai giorni nostri. Ciò premesso, ci sia ora consen– tito di puntualizzare alcuni di quel– li che, a nostro parere, si evidenzia– no come i tratti salienti di quest'o– pera. Diciamo subito che Mauro Si– monotti non è nuovo a lavori di 1 O. ZANOLLI, Lillianes, 3 volumi, Aosce 1985-1988, J.-C. PERRIN, Aymavilles, paziente erudizione; il dovizioso ap– parato critico che accompagna que– sto saggio ne è una prova evidente. Esso trova la sua esplicazione nella miriade di note che accompa– gnano il testo. Il presente lavoro non è infatti frutto di improvvisa– zione o di fantasia; esso è fondato su di un'ampia ricerca archivistica e su di un uso accurato delle fonti docu– mentarie, tratte principalmente dal– l'archivio parrocchiale, cui l'Aurore ha dedicato per anm amorevoli cure. Una seconda osservazione che sorge spontanea sfogliando il testo è che ci troviamo di fronte, con no– stra grande sorpresa, ad un autenti– co "libro d'arte". Già avevamo avuto un preciso sentore di questo aspetto, "deliban– do" il prezioso volume Charles– Martinet. Potendo spaziare attraverso un più vasto orizzonte, è ovvio che il Simonotti ha avuto agio di soffer– marsi su aspetti altrimenti considera– ti periferici, su dettagli che, benché "minori", sono pur sempre degni di nota e fanno parte del pregevole patrimonio artistico di un paese. Dopo aver sintetizzato, come si conviene, il quadro topografìco e storico e prima di dare inizio alla parte propriamente descrittiva che 3 volumi, Aosce 1997. 2 J.-C.-PERRIN, op.cit., p. 259.

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