- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000
Bibliographie 635 ne, allo scopo di offrire contributi interdisciplinari sempre pm com– pleti e validi sul piano scientifico. È il caso di questa ricca mono– grafia, dedicata alla Comunità Montana dell'Evançon, che riunisce i saggi di alcuni tra i più accreditati studiosi valdostani di oggi, quasi tutti nativi o originari - ed è oppor– tuno sottolinearlo- della Comunità montana stessa, o ad essa legati da vincoli di predilezione. Il fatto che si tratti di una monografia "di com– prensorio", anziché parrocchiale o comunale, è di per sé degno di nota: si è voluto superare la dimensione strettamente "campanilistica" per abbracciare un ambito territoriale più vasto, che consente di cogliere le connessioni e le complementarietà - significative tanto sul piano geo– grafico, quanto su quelli storico e socio-economico - tra i vari paesi che lo compongono. L opera si apre sui grandiosi sce– nari ghiacciati del Quaternario, evo– cati da Augusta Vittoria Cerutti, che modellarono il solco vallivo dell'Evançon, per poi lasciare il posto a ubertosi pascoli che qui rag– giungono un'altitudine inusitata. Le ricchezze minerarie del territorio, da un lato, la sua posizione in rap– porto alle vie di comunicazione che lo caratterizzarono nel corso dei secoli e la cartografia intesa come mezzo di percezione dello spazio sono i temi trattati rispettivamente da Giorgio Dal Piaz e da Laura e Giorgio Aliprandi. Con il saggio di toponomastica dovuto alla compe– tenza di Saverio Favre assume final– mente il ruolo di protagonista l'uo– mo, che segna simbolicamente la sua presa di possesso dell'ambiente attribuendogli un nome, come fece Adamo con gli esseri viventi dell'Eden. A proposito di paradisi terrestri, Massimo Bocca e Maurizio Bovio concludono la prima parte del libro, il primo con la descrizione del parco del Mont-Avic e della fauna presente nella Comunità montana, il secondo della sua flora. Se la natura - ma una nautra antropizzata e "addomesticatà' da secoli se non da millenni - è stata sinora la protagonista del volume, sono le opere e i giorni dell'uomo a dominarne · la seconda parte. Gian– franco Zidda scava - anche in senso proprio, trattandosi di archeologia - le radici profonde dell'identità storica della Comunità, illustrando con lode– vole chiarezza espositiva i primordi e le vicende del popolamento sino alla tarda Antichità. È poi Ornar Borettaz a raccogliere il testimone, conducen– do il lettore a spasso per i secoli del Medioevo, che videro la nascita delle comunità - insieme e civili e religiose - ancor oggi vive e vitali e la straordi– naria prospenta della casata degli Challant, la cui potenza è tuttora testimoniata dai castelli evocati da Maria Cristina Ronc e la cui munifi– cenza risalta nelle pagine dedicate al patrimonio storico-artistico da
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