- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2000

636 Bibliographie Sandra Barberi e da Daniela Vic– quéry. Le attività minerarie e la nasci– ta e lo sviluppo dell"'industrià' turi– stica sono messe·in particolare rilievo nel saggio di Marco Cuaz sull'età moderna; mentre l'attività tradiziona– le dominante - sino a pochi decenni or sono - della stragrande maggioran– za della popolazione, l'agricoltura congiunta con l'allevamento, trova ampio spazio nel saggio di Claudine Remacle e Anna Maria Vicquéry sul– l'habitat rurale, cui segue un'ampia e documentata trattazione di Tiziana Fragno sull'abbigliamento tradiziona– le, visto nel suo concreto divenire sto– rico anziché nella prospettiva roman– tica del "costume tipico". Lino Colliard compone un quadro esausti– vo della cultura locale, attraverso i profili degli autori espressi dai diversi terroirs della Comunità, specialmente quelli della montagne, e ne trae un bilancio davvero lusinghiero, tanto nutrita è la schiera di personaggi che vi si distinsero nel campo delle lettere. Molto opportunamente l'autore evoca a tale proposito quelle modeste ma insostituibili écoles de hameau nelle quali si formava un'élite che non rinnegava le proprie origini rurali e la propria identità: e possiamo aggiun– gere che tale caratteristica è tuttora ampiamente riscontrabile nelle perso– nalità originarie della Comunità che hanno raggiunto posizioni di rilievo in vari campi della vita sociale, non soltanto in ambito regionale. Il volume si chiude con un'esau- stiva panoramica della non ricchis– sima iconografia d'epoca delle loca– lità che compongono il comprenso– rio, dovuta al paziente e appassiona– to impegno di Vincenzo Réan. È auspicabile che questo sforzo di far conoscere la geografia, la sto– ria, le ricchezze artistiche, le caratte– ristiche umane e paesaggistiche della Comunità Montana dell'Evançon non rimanga confinato negli scaffali delle biblioteche, ma divenga uno strumento di conoscenza attiva del territorio e delle sue potenzialità da parte dei suoi abitanti e, in primo luogo, dei giovani, cui compete il diritto-dovere di formarsi non sol– tanto come cittadini del mondo, conoscitori di realtà lontane, ma anche come gestori consapevoli del proprio avvenire, protagonisti della vita sociale nell'ambito del proprio paese, eredi di un patrimonio di cui dovranno rispondere alle future generazioni. In questo senso, è da ritenere che la lezione di patriotisme che ci viene dagli eruditi del passato conservi la propria validità, e che la conoscenza critica della realtà possa contribuire ad accrescere, anziché a diminuire, quel sentimento che fa dire al moderno cantore della valle dell'Evançon, Luis de Jyaryot: Lo myo pais l'et ta:t defiramen Ke ci paezajyo ke te konyex ta:: Ce y et li fiur, la ruzya, y et lo vert; Lijyen I s'amman, i seprejyon de pya:x, Ce, ke dejèramen. Joseph-Gabriel RIVOLIN

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