- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

90 Saverio Favre Né alcun abbia in pensier che io menta Anche in cosa voleva esser l'oglio Che il non esserlo gli era di gran cordoglio Fra le suocere nuore e cognate Pochissime godevan la pace Orgogliose superbe ed arrogante Presuntuose ed impetranti e ignoranti Perché ognuna voleva comandare Mai si parlava senza gridare E perché grave gli pareva il servire Senza neppur volersi compatire euna e l'altra sospirava il morire In ogni giorno in ogni ora in ogni momento Il che seguendo gli era di Gran contento Né qui devo ommeter li molti mali Che comissero spesso sui bali Altre i continui bacci ed complessi E toccamenti spesso commessi Era costume ordinarie di quelle Che sebben erano notturne ciere Si credevano di esser le più belle Che se poi non erano inviate A preferenza d'ogni altra danza Diventavano tanto stomacare Che gli oddi invidie e rancori Ne davan segni di varii colori Tazzar gli uni e gli altri di mala creanza Era la sua solita usanza Altre spesso la coronna e l'uffìccio Tenevan in man Non per altro che per dar indizio Alla gente di Santità Ecco l'Inganno Inganno che sarà tutto illor danno Cristo Non più dei superbi si è parlato assai Parla tu degli avari quanto ne sai Demonio 2° Fedelmente vengo a narrarvi il tutto Come ne costa per conto minuto Ben lo sa la terra ben lo san i mari Quanti siano gli errori degli avari

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