- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

Les mystères du jugement et de l'Antéchrist dans l'ancien camaval d'Ayas 93 Anche di questi il numero è infinito Come nel libro mio stà scritto, Bensì che io non prenda altro assunto Se non che farne un succente racconto. Giunsi anche tra i cortigiani Fossero leterati e paesani, Linvidia a sempre fatto mille mali E perché l'invidia fu sempre una gran guerra Agli invidiosi l'altrui allegrezza Era causa di maggior tristezza Anzi costume della !or natura Il stimar per se stessi gran aventura Laltrui fortuna suo dell'onore Ed in fama l'altrui fama d'onore Suo disgusto cruccio e tormento Laltrui Giusto piaccer e contento, Basti il dir che d'invidia è pieno l'inferno Ed è di tempra si maligna sorte Che fu mai soggetta a strani di morte Dove ne dannati vive e viverci in eterno Crucciandoli sempre più con la memoria d'esse privi Di quel sommo bene che rende i beati tutti Giolivi. Demonio 5° Quindi se vostra maestà lo permette Posso con parole sincere e schiette Raggionar di molti golosi I quali perché erano molto vogliosi Di mangiar volatili in tutti i tempi Senza di dar cattivi esempi Si fìngero spesso di esser ammalati, Altri con tanti delicati Che a fargli astener dai cibi vietati Serviva a niente il dir dei preti e frati Ben il compensar la loro menza Ha nulla si curavan d'astinenza Ma chi può dir di quante furberie Si son comesse nelle osterie, Quanti bevendo han perso il sentimento, Sicché ubbriacchi sembravan giumenti Mangiarono costoro a creppa pancia Consumando !or ogni sostanza

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