- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

122 Saverio Favre niente vi potrà salvare, ovunque sarete per terra o per mare, fugite pur dunque dove volete, ma di questa falce vittima sarete. DAMIGELLA E LA MORTE Damigella Nella stagion che giubila mi sento il cuor in condoleanza a cercare un per– genio e poter rimirar, il cuor lo sento vivo, se lo trovo io non mi schivo, lo voglio salutar, lo voglio salutar. Morte Che cantate signora madamigella, forse qualche canzone novella, non è più tempo di cantar canzone, ma è tempo di darvi alle orazione, bisogna prontar il vostro occupaggio, che ben presto dovete far viaggio. Damigella E dove? Morte Dove? All'altro mondo. Damigella Ohi me che sento, che pena, che dolore, che tormento, è pur vero che io debba morire, adesso che son giunta al tempo di gioire, in nessun modo io non posso capire, sarebbe un'ingiustizia mai sentita, se così giovane mi privaste di vita, (la morte la guarda nel volto). Che guardi se io son vecchia, t'inganni gran cosa non passo di quindici anni. Morte Dunque lasci del tuo cuor con i tormenti che ti causan li ammoregiamenti. Damigella Patisco d'amor il tormenti, ma non duran che pochi momenti, perché la speranza dell'oggetto amato mi consola e mi rallegra affatto. Morte Io non voglio che tu patisci più niente, nè dolor di cuor, nè pensieri di mente. Damigella Or che io son vicina al maritaggio, vuoi privarmi di un si tal vantaggio. Morte Al mio dir abbassa la testa, perché insomma poco di vita ti resta.

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