- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

126 Saverio Favre Morte Amico, amico, dove vai, fermati al quanto che n'hai bisogno e sei molto stanco, fermati che voglio parlarri un tantino. Povero Lasciami bere un po' di vino che mi conforta il cuore, il tuo spetto mi dà pena ed orrore (Beve). Morte Cessa, o amico, ai bevuto abbastanza, così richiede la buona creanza, facesti a venirmi a trovare perché ritrovarti io era risoluta di aiudare, or sappi che o gran rincrescimento contro tua persona cotanto afflitta, me ne spiace davero, or già io son pentita, perdomi ti prego se ho tardato da liberarti da un sì misero stato. Povero Questo è dunque il vostro rincrescimento, vi perdono di cuor e son con– tento, che continuate un tal mancamento. Morte Sarei troppo cruda se cio (cot) miei strali, non ponesse ormai fin ai tuoi mali. Misero, che vuoi fare, sempre patire, la mia falce ti deve guarire. Povero Io vi ringrazio grandemente dell'onore, date pur ad altri simil favore; per dirvela, amo più i miei tormenti, che tutti i vostri medicamenti. Morte Vedo ben che le tue pene e tormenti, son tali che ti privano dei sentimenti; qual cosa più utile e più buona, può desiderar la tua persona, che di godere final– mente un riposo, che sarà tutto pacifico e grazioso, quando dei dolori eri tor– mentato, dimmi quante volte ai confessato, non esser alcun uomo sopra la terra, a cui il mali facessero più guerra, forse puoi negarmi che al presente, sei sì povero che non possiede niente, trovandoti senza beni affatto, nudo di sostanza come sei nato, ben mi avvedo che hai perso i sentimenti, mentre brami Dio in toi stenti. Povero Non mi piace tanta vostra carità o per dir meglio tant'importunità, parlate– mi d'altro o pur tacete, che non son matto come mi credete, se nulla possedo, possedo il tutto perché in ogni luogo e dapertutto, trovo albergo, soccorso e vitto e qual stato di questo più gradito, io godo la felicità di quelli che come dice il proverbio dei Cieli: Sicut nihil habentes et omnia possidentes, sol si può dir ricco chi vive contento, io non invidio dei sovrani i regni che ne son causa di non pochi impegni, nè cerco di esser tra corteggiani ma bensì godo di esser tra i vil– lani, dir la cagione ma per rispetto la tengo per ora segreta in mio petto, io mi

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=