- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

130 Laura Pizzi Bernardo, aggravata da un drastico e prolungato raffreddamento cli– matico, ripetuti passaggi di eserciti stranieri, frequenti epidemie, carestie. 2 Alla fine del Seicento la popolazione si aggirava attorno ai 60.000 abitanti, che vivevano, per la quasi totalità, nella campagna e in montagna. 3 Tali vicende ebbero come conseguenza l'isolamento, anche cultu– rale, della regione, la cui produzione artistica fu affidata prevalente– mente a maestranze provenienti dalle vicine valli piemontesi e savoiarde, ostacolando in tal modo la formazione di una tradizione locale. 4 Dalla metà del secolo, grazie alla stabilità politica portata all'Eu– ropa dal trattato di Aquisgrana, i Savoia avviarono una serie di riforme in tutti i loro territori, di cui beneficiò anche la Valle d'Ao– sta, che imboccò la strada di una lenta ripresa economica e demo– grafica. 5 Nella regione, l'esigenza di uscire dal lungo periodo di forzato iso– lamento, facilitando gli spostamenti e potenziando gli scambi com– merciali, incoraggiò le iniziative in campo viario, volte soprattutto a riparare gli ingenti danni provocati alle vie di comunicazione dai pas– saggi di truppe straniere. La ripresa economica favorì anche l'edilizia, sia civile che religiosa. 6 Maestranze straniere ad Aosta Nel 1782 Aosta contava 5286 abitanti. 7 Una lettera del vescovo Mgr. Salar, del 6 marzo 1787, ci fornisce interessanti informazioni 2 M. CUAZ, Dalla crisi del Cinquecento all'età napoleonica. Introduzione, in M. CuAZ (a cura di), Aosta progetto per una storia della ciità, Aosta 1987, pp. 279-282. 3 IDEM, Fra stati sabaudi e Regno d1talia, in La Valle d:Aosta, a cura di S. J. WOOLF, Torino 1995, (Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità a oggi), p. 276. 4 S. BARBERI, Pittori valdostani d'un tempo, Aosta/Pavone Canavese 1990, pp. 20-21. 5 M. CuAZ, Dalla crisi, p. 283. 6 lvi. 7 IDEM, Fra stati sabaudi, p. 277.

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