- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

Alberto/li, Artari e altre maestranze ti cinesi in Valle d'Aosta 147 professionali anche al di fuori della regione, perché nel documento egli viene definito « résidant par intervalle dans ce duché ». 93 La collaborazione tra gli Albertolli e l'illustre casato degli Chal– lant proseguì anche con il più giovane dei ticinesi. Nel gennaio del 1799, su richiesta del barone Philippe-Maurice, Alberto smontò e trasportò al castello di Aymavilles il monumento dell'antenato Fran– cesco di Challant che si trovava nel coro della cattedrale aostana, met– tendolo al riparo dalla violenza dei rivoluzionari francesi. 94 Come già il padre, anche Alberto eseguì diversi interventi di tipo edile nella sede del nuovo Seminario di Aosta, di cui restano tre quie– tanze di pagamento relative a lavori di varia natura svolti nel 1799, 1800 e 1804. 95 In quegli anni, le sue condizioni economiche dovevano essere piuttosto floride, o comunque tali da permettergli di prendere parte alle vendite dei beni nazionali promosse in Piemonte dal governo provvisorio, insediatosi dopo la vittoria francese di Marengo del 14 giugno 1800. I.:Albertolli era spinto forse dalla stessa ambizione che sosteneva molti di quegli acquirenti, i quali aspiravano ad elevarsi socialmente attraverso la possidenza terriera, senza dovere affrontare sacrifici economici troppo gravosi. 96 Una prima vendita sulla base delle offerte d'acquisto ebbe luogo a seguito della legge del 27 luglio 1800 che metteva fuori corso tutta la moneta cartacea circolante in Piemonte, autorizzandone però l'utilizzo ad un terzo del suo valore nominale se impiegata per l'acquisto di beni nazionali; di tale diritto all'acquisto si potevano avvalere «tutti i nazionali e gli stranieri senza distinzione di culto». 97 In questa occasione, Alberto acquistò in Aosta appezzamenti di terreno variamente coltivato che erano appartenuti alle Agostiniane del convento di Santa Caterina, alle Canonichesse 93 lvi. 94 J .-A. Due, Histoire, IX, p. 151. 95 Già in ACapAo, Fondo Duc-Gorret del Seminario Maggiore, Cartone IX, Mazzo l. 96 P. NOTARIO, La vendita dei beni nazionali in Piemonte nel periodo napoleonico (1800-1814), Milano 1980, p. 70. Ringrazio la dott.ssa N. Jocallaz per avermi segnala– to e messo a disposizione questo testo. 97 Ibidem, pp. 48-49.

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