- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

154 Laura Pizzi Come si può osservare, almeno tre generazioni di Artari lavoraro– no in Inghilterra, ricevendo incarichi dai più importanti architetti del momento, in un incrociarsi di commesse che bene testimoniano del favore incontrato da questi plasticatori. Ma, a differenza di molti stuccatori impegnati lontano dal Ticino, i quali durante i rientri sta– gionali eseguivano opere destinate ad abbellire gli edifici nella terra d'origine, non resta - al momento - di questi Artari una produzione nella Svizzera Italiana che possa essere loro attribuita con certezza. Un aspetto delle modalità operative impiegate Oltremanica dalle maestranze ticinesi si ripresenta qualche anno più tardi in alcuni lavo– ri eseguiti da membri della famiglia Artari attivi ad Aosta. Si tratta dell'utilizzo di soggetti riprodotti o derivati da opere di artisti famo– si. In un contesto decorativo ed in un'epoca totalmente differenti, i modelli scelti venivano spesso trasposti in un medium che niente aveva a che vedere con quello usato dal maestro nella versione origi– nale. Per esempio, nel 1730 Giuseppe Artari e Giovanni Bagutti ese– guirono su di un soffitto del palazzo di Clandon Park, nel Surrey, un medaglione in stucco il cui soggetto riproduce la scena di Ercole e fole 131 affrescata nel 160 l da Annibale Carracci nella galleria di Palaz– zo Farnese a Roma. Molto probabilmente queste maestranze itine– ranti si servivano di repertori iconografici che riproducevano le opere più apprezzate e richieste dalla committenza. In Inghilterra i ticinesi replicarono in stucco, ma in alcuni casi anche a fresco, opere di Pous– sin, Domenichino, Raffaello, scene tratte dal ciclo capitolino di Annibale Carracci e l'Aurora dipinta da Guido Reni nel casino del romano palazzo Rospigliosi Pallavicini. Alessandro Artari (Arogno, 261511738- deceduto post 611111785, ante 8/2/1807) Alessandro Artari, padre di Luigi, nacque ad Arogno il26 maggio 1738 da Alberto Artari e Francesca Colomba. 132 Non si conoscono il luogo e l'anno della sua morte, che avvenne comunque dopo il 6 131 G. BEARD, Craftsmen, ili. 72; IDEM, Decorative plasterwork, p. 18, ili. 67. 132 AP Arogno, Liber baptizatomm, III, Anni 1698-1749.

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