- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003
Albertol!i, Artari e altre maestranze ticinesi in Valle d'Aosta 161 dell'edificio a Michele Albertolli ed al figlio Alberto - non solo per– ché essi avevano avuto modo di farsi conoscere ed apprezzare nel milieu valdostano portando a termine incarichi di prestigio, come gli interventi eseguiti per la famiglia Challant ed i vescovi De Sales e Salar de Villeneuve - ma soprattutto per la presenza, in un sala della villa, di due precise citazioni tratte dalla coeva produzione del loro congiunto Giocondo. Grazie ai membri di questa famiglia, i più aggiornati orientamenti artistici del momento poterono giungere in Valle d'Aosta, muovendo dalla metropoli illuminata e cosmopolita per approdare al paese di poche migliaia di abitanti, posto al margi– ne dei grandi avvenimenti culturali dell'epoca. Nel salone al piano nobile dell'edificio, la decorazione pittorica sul soffitto voltato a padiglione è costituita da quattro riquadri trape– zoidali disposti attorno ad un medaglione centrale e, agli angoli, da trofei con armi, strumenti musicali, maschere ed altri oggetti. Nei riquadri trapezoidali sono stati trasposti in pittura, quasi senza varia– zioni, due elementi decorativi creati dal professore di Brera, e da lui inseriti nel volume Alcune decorazioni di nobili sale ed altri ornamen– ti, edito a Milano nel 1787, nelle tavole IX, XIII e XV. Il primo elemento, riportato con gli stessi dettagli in due dei quat– tro riquadri trapezoidali, è tratto dalla tavola IX che illustra una porta con relativa trabeazione e sovrapporta, «il tutto eseguito in legno» - come l'autore stesso precisa nella didascalia che accompagna la ripro– duzione - realizzati per una sala di Palazzo Reale a Milano. La sovrap– porta, incorniciata da eleganti e preziose modanature, è decorata da un braciere acceso finemente modellato. Ogni gamba termina con una zampa leonina e si conclude all'estremità opposta con una protome femminile; dietro di essi si incrociano due lance dalle quali pende una ghirlanda; ai piedi del braciere sono posti una brocca ed uno scudo. Il secondo motivo decorativo è tratto dalla tavola XIII che illustra «Metà dell'ornato del volto eseguito a stucco in una delle camere del palazzo di S. A. il Principe di Belgioioso d'Este in Milano», e dalla tavola XV (Ili. 8) che fornisce il dettaglio del «candelabro in grande, che fa l'ornamento della cantonata del volto dimostrato nella Tav. XIII». Nelle realizzazioni di Giocondo, due fanciulle reggono con la mano alzata rispettivamente una corona di alloro e una corona di foglie di quercia; con l'altra mano sostengono un festone di fiori; esse
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