- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003
204 Corrado Bine! Dopo la separazione da Ferrod, i Perrone continuarono in pro– prio la coltivazione della miniera, realizzando, sembrerebbe, più modesti benefici. Nel 1720 il filone sembrava esaurito, ma ripreso più in alto nel 1728, ritrovò quell'abbondanza che ne giustificava lo sfruttamento. 8 Nel corso del Settecento si avvicendarono nei lavori di coltivazio– ne- talvolta per intere generazioni- vari « particuliers », commer– cianti o borghesi agiati, sia del luogo, sia di Aosta, quali Pierre– Balthazard Bal (verso il 1715), Jean-Nicolas Bal, Jean-François Ros– set e Jean-Antoine Champier (1723-29), Jean-Pierre e Jean-François Glassier, i Diemoz, i Bovet, i Vevey, i Brunat. 9 Dal 1730 al 1750 circa la miniera fu infeudata al capitano Constantin Ansermin di Valpelline; 10 quindi, verso la metà del secolo, a Jean-Pantaléon Gachet, un altro imprenditore minerario di Valpelline; 11 nel 1766 risultano affittuari Jean-Barthélemy 8 J.-B. DE TILLIER, Historique de la Vallée d'Aoste, [1737], Aoste 1966, p. l 00. 9 C. REMAeLE, Architecture rurale. Analyse de l'évolution en Vallée d'Aoste Roma 1986 (Quaderni della Soprintendenza per i Beni Culturali della Valle d'Aosta, Nuov~ Serie, 3), pp. 126-128, in particolare p. 127. 1 ° Constantin Ansermin, detto l'Alfiere, proveniva da una facoltosa famiglia di possidenti di Valpelline. Ufficiale portabandiera delle milizie e in seguito fermiere dei censi del conte Perrone, godeva intorno alla metà del XVIII secolo di un patrimonio di rrecentomila lire (P.-E. Due, 1881, pp. 145-146). Donò alla chiesa parrocchiale di Valpelline una campana fusa nel 1736, la terza per dimensioni di tutta la Diocesi, celebre per il suo suono (M. ALDROVANDI, Guida delle valli d'Aosta. Gran San Ber– nardo, Pelline e Ollomont, Torino 1931 , p. 197). Nella seconda metà del Settecento gli Ansermin acquisirono ad Aosta il bel palazzo barocco fatto costruire un secolo prima dai baroni di Nus; nel 1798 Pierre-Gaspard Ansermin acquistò il castello di Fénis dai conti Saluzzo di Paesana. La famiglia Ansermin continuò per generazioni la collaborazione con i Perrone nella conduzione della miniera; il figlio di Pierre– Gaspard, Constantin, risulta direttore della miniera nel 1842 (''La Feuille d'Annon– ces", 30 aprile 1842). Cfr. nota l. 11 P.-E. Due, 1881, p. l 05; J.-M. HENRY, Guide de Valpelline, Aoste 1925, p. 21; R. Nieco, L'industrializzazione in Valle d'Aosta. Studi e documenti, Aosta 1988 (Qua– derni dell'Istituto Storico della Resistenza in Valle d'Aosta, Il) , p. 35. Nel XVIII secolo la famiglia Gachet era una delle più illustri di Valpelline e possedeva l'intero villaggio di Quemet. Qui si trovava la casa di Jean-Pantaléon, costituita dall'abitazione civile e da una parte adibita a rustico, per un'estensione totale di ben 560 tese; un altro edificio, costruito da Constantin Gachet intorno al 1739, conteneva una segheria, un torchio e
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