- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

I Pen·one di San Martino e la miniera di rame di Ollomont 205 Diemoz, Jean-Antoine Champier, Mathieu Rosset e Jean-Antoine Créton. 12 Le prime fasi di lavorazione del rame estratto (cernita, cottura nei ricotti, prima fondita) avvenivano in gran parte nell'area di Val– pelline, dove si trovava una fonderia fatta costruire dai Perrone all'i– nizio del Settecento, e dove operavano numerosi fabbricanti e nego– zianti come Jean Berguerand, Jean-Pantaléon Glassier, 13 Giovanni Antonio Gippa, Ansermin .e Cachet. Per la riduzione in rosetta erano attivi l'opificio presso il castello di Quart, fatto costruire intorno alla metà del XVIII secolo dai Perrone, 14 e la fabbrica fon– data da Claude Barillier ad Aosta, presso il Ponte di Pietra, nel 1756. 15 Il rame rosetta veniva poi battuto e lavorato nei martinetti di Perosa, nel Canavese, anch'essi di proprietà dei Perrone, per poi essere venduto in Svizzera, nel vercellese e nel milanese, e ciò non prima di aver soddisfatto tutte le richieste dell'Arsenale di Torino per i bisogni dell'esercito. 16 Scomparso nel 1719 Carlo Filippo Perrone e l'anno dopo, a soli 29 anni, suo figlio Carlo Federico, sarà il figlio di quest'ultimo, Carlo Baldassarre (1718-1802), il personaggio chiave per le successive vicende della miniera. un frantoio per la canapa. Nel 1744 Jean-Pantaléon fece costruire la prebenda nel capo– luogo e alla metà del secolo un forno fusorio in località Fusinaz; numerose fontane di pietra recano le sue iniziali". 12 Archives Nationales de Paris, F14, 1036, dossier 9, Mine de cuivre d 'Ollomont, Rapport des dégats et dommages.. ., 16 agosto 1766, riprodotto in R. NICCO, L'industria– lizzazione in Valle d'Aosta. Studi e documenti, Aosta 1989 (Quaderni dell'Istituto Stori– co della Resistenza in Valle d'Aosta, III) , pp. 71-74. 13 I Glassier possedevano in località La Forge (attualmente La Poste) un com– plesso dotato di forgia, martinetti, un frantoio per ricavare l'olio dalle noci e un fran– toio per la canapa. Nel corso del XIX secolo l'attività della forgia venne abbandona– ta, mentre continuò quella della vicina forgia dei Bondaz (informazioni di Claudine Remacle) . 14 Alla fine del XVIII secolo l'opificio di Quart sarebbe stato abbandonato, in quanto la lavorazione del rame fu trasferita completamente a Valpelline. Nel 1806 la fonderia non era più in esercizio e i ruderi di questo interessante complesso di edifici sono ancora chiaramente leggibili non lontano dal castello di Quart. 15 Sui Barillier si veda il contributo di S. Barberi in questo volume. 16 T. TIBALDI, 1916, pp. 319-320.

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