- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003
I Perrone di San Martino e la miniera di rame di Ollomont 213 In epoca napoleonica divenne il maggiore concessionario di miniere di rame (Ollomont, Saint-Marcel) e di piombo (Courmayeur, La Thuile) della Valle d'Aosta. Argentier fece costruire nel 1808 una grande ruota idraulica all'interno della montagna, grazie alla quale era azionata una mac– china per l'estrazione delle acque di infiltrazione nella galleria prin– cipale, detta di Saint-Jean, come già aveva suggerito con dovizia di particolari Nicolis de Robilant. 34 Un complesso sistema idraulico era stato adottato negli stessi anni, tra la fine del XVIII secolo e il 1805, nelle miniere del Rammelsberg (Germania), dove Johann Christoph Roeder aveva ideato uno «Stollen-System» con canaliz– zazioni in roccia per l'applicazione dell'energia idraulica all'attività mineraria. 35 Relativamente agli anni 1808-1809 sono disponibili le tabelle tri– mestrali d'attività della miniera, redatte con ogni probabilità dal direttore Martin, ex-allievo esterno dell'Ecole des Mines des Hautes– Alpes. 36 Questi dati illustrano tra l'altro un elemento nuovo e non privo di interesse: il mercato del rame si era infatti notevolmente allargato, tanto che solo una minima parte del minerale estratto era ormai lavorata in Valle d'Aosta; la maggior parte del prodotto rag– giungeva a dorso di mulo la città di Aosta per poi proseguire su vet– ture a cavalli per Lione o Cuorgnè, dove erano attive fonderie che provvedevano al suo trattamento metallurgico. Se le piccole fonderie locali avevano perso d'importanza, maggior peso avevano acquistato le lavorazioni immediatamente successive all'estrazione, come la cer– nita e l'arricchimento. Argentier iniziò infatti la costruzione di un «bocard» per il pestaggio del minerale e di una laveria, che saranno terminati nel giugno 1809. 34 BRA, Fondo Ferrua, Miniere di Ollomont, n. 7. I.: ing. Melchioni sostiene in una relazione datata 20 luglio 1850 che «Al tempo del Cav. di Robilant vi si stabilì una gran ruota idraulica per elevarne le acque, ma pochi anni dopo rovinò la corona della galle– ria ove era collocata, e rimase infranta sotto quelle rovine>>. È possibile pertanto che Argentier si fosse limitato al ripristino e non alla nuova costruzione. 35 R. ROSENECK, Der Rammelsberg, Hannover 1992 (Institut fiir Denkmalpflege, IX), p. 114. 36 Archives Nationales de Paris, Fl4, 1034, dossier l; 1036, dossier 11.
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