- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

La focciata cinquecentesca della Cattedrale di Aosta 267 E perciò di Cristo ammettiamo due nascite: ovvero una dal Padre senza ini– zio e senza tempo, eterna e coeterna a Dio Padre; un'altra dalla madre nel tempo, quando, vestendosi di compassione e di misericordia, per sua spon– tanea volontà a noi discese, nascendo come uomo, lui che era Dio. E per– ciò secondo verità ha gestazione nell'utero materno, colui che sempre è rico– nosciuto come Dio. Anche per questo con esattezza noi la proclamiamo Theotokon, ovvero genitrice di Dio. E così pure Christotokon, non perché il Verbo abbia portato seco la carne, né perché in un tempo indefinito si sia unito alla suddetta carne; ma proprio allora, quando il Verbo si fece carne dalla carne della Vergine, la sostanza della divinità e dell'umanità si è così unita nell'utero della Vergine, che il Cristo è una sola persona, insieme Dio e uomo. 5 3 Tale riflessione teologica non scaturisce tanto, nel testo, dalla meditazione del Natale, quanto dall'Annunciazione, proprio la scena evangelica che si trova affrescata sopra la porta laterale sinistra della cattedrale (fig. 4). Lo Pseudo-Girolamo scrive: «Onde [ Unde] anche l'angelo, incominciando a parlare a Maria, ha iniziato dalla benedi– zione: Benedetta tu- dice- tra le donne e benedetto il frutto del ven– tre tuo». 54 "Unde"lega la benedizione del saluto angelico a Maria con la benedizione piena, spirituale e celeste (Ef l ,3) che Cristo imparti– sce ad ogni battezzato (f. 72•-v)_ Contestualizzata sull'ingresso della cattedrale, questa teologia si rivela ricca di implicazioni per ogni fede– le che, entrando nella chiesa-madre, viene introdotto in una dinami– ca di benedizione che sgorga dal rapporto vivo con il Cristo, avendo la Vergine come esempio. Già nel racconto evangelico (Le 1,34-35), l'annuncio dell'angelo sottolinea la verginità di Maria; il sermone commenta: «E in modo 53 <Et propterea duas in Christo confìtemur nativitates: unam videlicet de parre sine initio, et sine rempore, sempiternam et coeternam deo patri; alteram de marre cum tempore quando, miserationem induens et misericordiam, spontanea voluntate ad nos descendit, natus homo deus. Ac per hoc, iuxta veritatem et matris gestatur utero, qui semper deus agnoscitur. Hinc etiam theotochon eam veraciter confìtemur dei silicet genitricem. Nec non et christotocon non quod verbum carnem secum detulerit, neque olim prefate carni copularus sit; sed tunc quando verbum caro factum est ex carne vir– ginis divinitatis atque humanitatis substantia inconfuse in utero virginis ira unitur, ut una persona sit deus et homo christuS>> (BC 3, f. 69v). 54 <<Unde et angelus marie loqui incipiens, a benedictione exorsus est. Benedicra tu inquit in mulieribus et benedictus fructus ventris tui» (BC 3, f. 72v).

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