- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

La facciata cinquecentesca della Cattedrale di Aosta 279 accessorie, e preferisce basarsi sulle argomentazioni teologicamente più salde, per accrescere la devozione e l'affetto spirituale. Lo Pseudo– Agostino lascia le spiagge un poco agnostiche della cautela e spinge la barca del ragionare teologico nelle acque profonde del sensus fidei, per attingere la realtà che non si può esperire. Grazie a lui, la teologia lati– na ha recuperato terreno su quella orientale, fondando in modo più solido una dottrina che il miracolismo degli apocrifi rendeva quanto– meno sospetta. Quattro secoli dopo, papa Innocenza IV (t 1254) manteneva ancora la dottrina dell'assunzione tra le opinioni libere, visto che mancava il consenso degli autori, e ancora diversi canonisti del )01 secolo non facevano altro che ripetere la sentenza di Inno– cenza. 81 Invece grandi scolastici, come Alberto Magno, Tommaso d'Aquino e Bonaventura presentavano l'assunzione corporea come una certezza senza ombre, seguiti nel )01 secolo da santi come Vin– cenzo Ferrier, Bernardino da Siena e Antonino da Firenze, e dalla stessa facoltà parigina di teologia della Sorbona (1497). 82 Il )011 seco– lo vede la riscoperta della tradizione greca e bizantina, così come lo sviluppo della filologia e della critica testuale. Chiarita la pseudepi– grafia della lettera a Paola ed Eustachio, il Concilio di Trento, che si era prefisso di rimuovere dal breviario tutto ciò che sapeva di apo– crifo, la sostituisce con le omelie di (o almeno attribuite ad) Atanasio e di Giovanni Damasceno, e poi con le pagine entusiaste di Bernar– do. 83 Un'ulteriore modifica avviene sotto Clemente VIII (1592- 1605), scartando lo Pseudo-Atanasio a beneficio del Damasceno. Ma in diocesi di Aosta, dove le innovazioni raramente hanno trovato favore, lo Pseudo-Girolamo viene ancora letto nel breviario locale fino all'ultima edizione, del 1732, che lo abbandona. 84 81 Tra questi canonisti del XV sec. si annoverano Francesco Zabarella, Giovanni da Imola e il Palermitano, menzionati in ]UGIE, op. cit., p. 390. 82 Cf. ]UGIE, op. cit., pp. 395-407. 83 Così Dante presenta san Bernardo.e il suo rapporto con la Vergine: <<E la regina del cielo, ond'io ardo l rutto d'amor, ne farà ogne grazia, l però ch'i' sono il suo fede! Bernardo>>(D. ALIGHIERI, Divina Commedia. Paradiso, canto XXXI, vv. 100-102). 84 Cf. ]UGIE, op. cit., pp. 411, 424-425, 430; così a p. 362: <<Il fallut attendre la réforme du Bréviaire romain par saint Pie V, en 1568, et celle du Marryrologe par Baro– nius, sous le pape Gregoire XIII, en 1584, pour voir ce contenu dispara.ltre de l'Office divin [n. 1: La disparirion ne fut, du reste, ni subire, ni universelle] ».

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