- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

La facciata cinquecentesca della Cattedrale di Aosta 283 nero dello sfondo (che non ricorre altrove nella facciata, se non come preparazione per l'azzurrite) forma il campo dell'arma aosta– na; il leone, rampante sull'arco, è la traduzione naturalistica del leone rampante argenteo dello stemma; 93 il vessillo, o fiamma, rosso con croce bianca è l'emblema sabaudo. Credo che possano sorgere ben pochi dubbi sulle qualità araldiche di tale simbologia. Altre questioni sorgono, invece, per la localizzazione e la cronolo– gia: i leoni, infatti, rampano negli spazi di risulta dell'arco, proprio dove, negli esempi esaminati nella parte introduttiva, di norma si trovano dei tondi. Per di più, una lacuna allo spigolo inferiore sini– stro e un'altra in mezzo alle due fiamme mostrano con buona evi– denza che l'intonaco su cui tali emblemi sono stati dipinti è sovrapposto a quello originario. Questi leoni araldici, pertanto, appartengono probabilmente alla seconda fase della facciata. Se ne potrebbe ipotizzare un legame con qualche evento che ha fatto acquisire al Conseil des Commis un ruolo significativo nella vita ecclesiale di Aosta, ma può pure non essere infondata una giustifi– cazione economica: il riferimento araldico sabaudo manifestava la pertinenza della .diocesi aostana e del ducato di Aosta al dominio Savoia, sottraendo gli ecclesiastici locali all'esazione delle tasse pontificie; mons. Due riferisce che già nel 1534 il problema era stato sollevato e aveva indotto il duca Carlo II a pronunciarsi in difesa del clero aostano. 94 93 Esempi di traduzione naruralistica del leone araldico si trovano al castello di Issogne, nella 'sala di giustizia', nella camera di Georges de Challant e in quella della contessina, cf. Il castello di Issogne in Valle d'Aosta. Diciotto secoli di storia e quarant'an– ni di storicismo, a cura di S. BARBERI, Torino 1999 (s. n.). Per altre attestazioni dell'u– so della 'fiamma' tra Quattro e Cinquecento, si veda la tela di Macrino d'Alba con Madonna in adorazione del Bambino con angeli, santi (il vessillo di san Solurore è simile per foggia e colori a quello dei leoni di Aosta) e un donatore, conservata alla Galleria Sabauda di Torino (inv. n. 1132, cf. F. VILLATA, Macrino d'Alba, Alba 2000, pp. 168-172); una fiamma interamente rossa compare nella Crocifissione di Defen– dente Ferrari (ca. 1518-1523, cf. G. ROMANO, scheda n. 27, in Il tesom della città, ci t., p. 19 e tav. XIII) . 94 HEA V, pp. 266-267. Un indizio di un significato contingente di questi leoni araldici è il fatto che non vengano affatto riportati nella facciata della chiesa di Fonta– ney, dove il loro posto è occupato da evangelisti, in migliore relazione con le scene evan– geliche affrescate, cf. BRUNOD, 1985, p. 22, fig. 5.

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