- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003
La focciata cinquecentesca del/4 Cattedrale di Aosta 293 nube fu accolto nel cielo insieme agli angeli [recensione B 2 : «con gli angeli cantanti>>], i quali trasportavano la beata Maria nel paradiso di Dio (pp. 507-508). I personaggi del registro superiore Lej!gurejer.nr.niniu nei tondi La lettura dello Pseudo-Melitone fornisce le chiavi interpretative per buona parte del registro superiore della facciata. Tuttavia, manca la chiave per gli spazi di risulta ai lati del lunettone degli apostoli, dove si trovano due tondi con busti femminili, l'identificazione dei quali pone i maggiori problemi. Il carattere solenne e classicheggian– te di tali figure muliebri, e il cartiglio che si sviluppa dalla mano destra fan pendere la bilancia a favore delle sibille. 109 La rappresenta– zione di queste profetesse pagane ha conosciuto un vero periodo aureo tra il X.V e il XVI secolo, grazie alle trattazioni di Marsilio Fici– no (De christiana reugione, 1474) e alla pubblicazione a Basilea dei libri sibillini, a cura di Xystus Betuleius (Sixtus Birken), nel 1545, e della loro traduzione metrica latina nell'anno successivo, a cura di Castalio (Sébastien Chateillon). 110 109 VICQUÉRY, op. cit., p. 501 (ottime riproduzione fotografiche alla tavola sedice– sima). 110 MARSILIO FICINO, De christiana religione, in id., Opera omnia, vol. l, (ed. anast.) Torino 1962, pp. 56-59 (nuova num.). E. AMANN, voce «Sybillins (livres)», in Dictionnaire de théologie catholique, t. XIV, p. II, Parigi 1941, col. 2032; J. B. FREY, voce <<Apocryphe de l'Ancien Testament>>, in Supplément au Dictionnaire de la Bible, t. I, Parigi 1928, col. 428. Per una bibliografia "storica" sugli oracoli sibillini (con alcu– ni titoli della prima metà del '500), cf. H. LECLERCQ, voce <<Oracle.>, in DACL, t. XII, p. II, coli. 2209-2244 (bibl. coli. 2240-2244). Per qualche esempio della rino– manza delle sibille nella prima metà del Cinquecento, si pensi alla Cappella Chigi in Santa Maria della Pace a Roma, dove Raffaello Sanzio affrescava diverse sibille con i loro cartigli e gli angeli che ne evidenziavano la divina ispirazione (cf. A. FORLANI TEMPESTI, Roma e altri centri del Lazio, in Pittura murale in Italia. Il Cinquecento, a cura di M. GREGORI, Torino 1997, pp. 50 e 53); pure si veda il retablo dalla chiesa di Sant'Elia, conservato nella Parrocchiale di Sant'Elena imperatrice a Quartu Sant'Elena (CA), attribuito ad Antonio Mainas, attivo in loco a partire dal 1537 (Immagini dagli elenchi telefonici. Arte e territorio, Torino 1997, pp. 244-245): vi compaiono le sibille persica, ellespontica, libica ed europea, oltre ad Abramo, Mosè, Elia, Malachia, Geremia, Platone (che cita il prologo giovanneo), gli apostoli Pietro
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