- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

300 Paolo Papone poiché a lei più legato degli altri (Gv 19,26-27). Per tentare di identificare gli altri apostoli, è necessaria un'aleatoria collazione di esempi iconografici, talora cronologicamente distanti, con un attento ma indulgente esame dei tratti fisionomici e dei colori degli abiti (che talora si invertono tra tunica e manto). 125 Il risultato di questo studio resta comunque ipotetico e attende un approfondi– mento. In primo piano, da sinistra, si avrebbe Giacomo il Minore, il pio e giusto parente di Gesù, inginocchiato a mani giunte, quin– di Andrea, con la clamide; di fronte, Matteo e, all'estrema destra, Bartolomeo. In secondo piano, dietro la tomba, da sinistra, ecco Giacomo il Maggiore (sovente rappresentato vicino al Minore) e Giovanni, suo fratello, Pietro e Paolo, Tommaso. Dietro a tutti, ancora da sinistra, Filippo (con caratteri grecizzanti, cf. Gv 12,20- 21), Giuda Taddeo e Simone il Cananeo. 126 Per valutare dal punto di vista stilistico la statuaria in cotto della 125 Si possono confrontare: il mosaico absidale di San Giovanni in Lacerano, di Jacopo Torriri e Jacopo da Camerino (1291), cf. Fragmenta picta. Affreschi e mosaici staccati del Medioevo romano, a cura di M. ANDALORO, A. GHIDOLI, A. IACOBINI, S. ROMANO, A. TOMEI, catalogo della mostra, Roma 1989, pp. 238-242; la Maestà di Duccio da Buoninsegna (1311) , conservata a Siena nel Museo dell'Opera del Duomo, cf. Il gotico. Architettura. Scultura. Pittura, a cura di R. TOMAN, Koln 1998 (ed. ir. 2000), p. 445; l'affresco di Stefano di Antonio Vanni (1434 ca.) in Sant'Andrea a Cer– cina, Firenze, cf. Last Supper, a cura di J. HASTING, Phaidon Press Limited, London 2000, pp. 62-63; l'Ultima Cena di Andrea del Castagno (1447-1449 ca.), cf. DEIM– LING, Pittura del primo rinascimento, ci r., p. 266; la quattrocentesca predella del pre– sepe coi re Magi, al Museo Garda di Ivrea, cf. A. CAVALLARI MURAT, Tra Serra d1vrea, Orco e Po, Torino 1976, pp. 194-197; gli affreschi di Mario di Laurito in San Filippo d'Agira a Laurito (1470-1480 ca.), cf. P. LEONE DE CASTRIS, Italia meridionale, in Pit– tura murale in Italia. Il Quattrocento, a cura di M. GREGORI, Torino 1996, pp. 225- 227; il rétable del Cristo e degli apostoli di Franex (Fribourg, terzo quarto o metà del XV secolo), cf. M. GRANDJEAN, sch. n. 20, in Trésors d'art religieux en pays de Vaud, catalogo della mostra, Lausanne 1982, pp. 51-53; le tavole con Cristo e gli apostoli, di Gandolfìno da Roreto, cf. S. BAIOCCO, Repertorio delle opere di Gandolfino da Rore– to, in Gandolfino, cir., sch. l, p. 268 e tavv. 36-37, pp. 132-133; la tavola dell'Assun– zione della Madonna, di Jacopo Palma il Vecchio, conservata a Venezia, nelle Gallerie dell'Accademia, cf. M . Lucca, La pittura a Venezia nel primo Cinquecento, in La pit– tura in Italia. Il Cinquecento, cit., p. 134. Per una sintesi della problematica iconogra– fica relativa agli apostoli, si veda M . C. CELLETTI, Iconografia, s. v. Apostoli, in BSS Il, coli. 294-314. 126 ANT, pp. 530-532; ]ACOPO DA VARAGINE, Leggenda aurea, cir., p. 510.

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=