- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

312 Paolo Papone rammentare che Solimano il Magnifico conquista Belgrado nel 1521 e l'isola di Rodi, controllata dai cavalieri di San Giovanni, nel 1522 -: Ex qualibet die veneris celebretur una missa de quinque plagiis domini nostri Iesu Christi. Quia humanum cristiane religionis genus Christi san– guinis unda redemptum, tum ex immanissimorum turcharum (qui potenti et inexcogitabili acie in cristianorum territoria se protendunt) invasionibus, tum etiam ex nove et reprobe invalescentis lutherane secte erroribus hoc infelici tempore (quod non nisi cum maxima cordis mestitia exprimere pos– sumus) prothodolor [sic] opprimitur. 158 Mons. Due riporta che il padre del vescovo Gazino aveva com– battuto contro la flotta turca a Nizza e che anche il duca di Savoia aveva ricevuto richiesta di aiuto militare da parte di Ferdinando d'Au– stria contro il sultano Solimano. 159 Solo nel1571, nel mare di Lepan– to, i turchi verranno sconfitti e l'espansione dell'impero ottomano sarà fermata; papa Pio V attribuirà la vittoria all'intercessione della Vergine, invocata con la preghiera del rosario, e da questo evento avrà origine la festa del 7 ottobre. In conclusione, la facciata della Cattedrale, nella continuità delle sue due fasi cinquecentesche, presenta una struttura altamente sim– bolica, capace di dare espressione ai sentimenti e direzione alle ener– gie del popolo di Dio che è in Valle d'Aosta e di invocare la prote– zione dei patroni celesti contro i grandi pericoli di quell'ora: la peste, l'eresia e l'espansione ottomana. 158 <<Ogni venerdì si celebri una messa delle Cinque Piaghe del Signore nostro Gesù Cristo, poiché l'umanità di religione cristiana, redenta dall'onda del sangue di Cristo, è oppressa dal più grave dolore, in primo luogo a causa delle invasioni dei mostruosissi– mi Turchi (che con schiera potente e inimmaginabile si spingono avanti nei territori dei cristiani), e poi anche a causa degli errori della nuova e malvagia setta lurerana che si va affermando in questo tempo funesto (e non possiamo dirlo se non con la più grande mestizia del cuore)>> (CV, Actes synodaux 1276-1672; trad. P. Papone). J.-A. Due attri– buisce questo testo al 1523, cf. HEA, vol. V p. 203. 159 HEA V, p. 221 e 249; M. ANSALDO, Aosta antica racconta, Aosta 1990, p. 212. Le lettere in questione sono datate 24 febbraio 1530 e 31 ottobre 1530 e sono state tra– scritte dal DE TILLIER nel Receuil de plusieurs sortes de lettres, 1732, pp. 4-5.

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