- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

314 Roberta Bordon meriterebbero l'onore di una riqualificazione, se non addirittura di una riscoperta». 1 I.: affermazione è assolutamente valida: di molti artisti ed artigiani attivi in Valle negli ultimi due secoli si è persa memoria e solo il for– tuito ritrovamento di opere firmate o di documenti d'archivio per– mette oggi di ricostruirne l'attività. È questo il caso dei Thomasset, famiglia di scultori cui si deve parte dell'arredo sacro ottocentesco che ancora oggi orna le nostre chiese e cappelle, i cui nomi, nonostante la loro vasta produzione, sono stati dimenticati. 2 Lattività degli scultori Thomasset si inserisce in quel contesto di rinnovato fervore religioso che caratterizzò tutto il diciannovesimo secolo in Valle d'Aosta. Dopo le distruzioni del periodo rivoluziona– rio, si assiste nel campo dell'edilizia sacra a nuove fondazioni, ad importanti restauri ed ampliamenti degli edifici esistenti, e - pur– troppo - anche alla ricostruzione totale di alcuni di questi con la con– seguente perdita di antiche chiese medievali. 3 Da questo rinnova– mento edilizio deriva la necessità di reintegrare e rinnovare gli arredi sacri, anche in relazione al nascere di nuove devozioni nel culto maria– no e dei santi: vengono quindi restaurati gli altari, rimessi a nuovo pulpiti, banchi, stalli, sostituite le statue in cattive condizioni conser– vative, rifatte le suppellettili liturgiche, devozionali e processionali. Per rispondere a tali esigenze operavano in Valle d'Aosta, come già nei secoli precedenti, molti artisti valsesiani, 4 tra i quali - e cito 1 L. COLLIARD, Artisti valdostani... che rischiano l'oblio, in "Corriere della Valle d'Aosta", no 38, 1995. 2 I.:arrività dei Thomasset è stata quasi del rutro ignorata dalle fonri edite; uniche eccezioni, sebbene limitate a brevi citazioni, sono conrenute in E. ANDRUET, Mono– graphie de la paroisse de Saint-Christophe, Aosta 1923, p. 22 e in ].-C. PERRIN, Ayma– villes. Recherches pour l'histoire des paroisses de Saint-Léger et de Saint-Martin d'Aymavil– les, Aosta 1987, vol. III, pp. 86-87. 3 Sulla «furia ricostruttrice>>dell'Orrocenro nel campo dell'edilizia sacra vedi: B. ORLANDONI, Architettura in Valle d'Aosta dalla riforma al XX secolo; Ivrea 1996, pp. 320-326. 4 Per gli sculrori valsesiani in Valle d'Aosta vedi: B. ORLANDONI, Architettura cit., 1996, pp. 216-243, 257-264.

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