- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003
Bibliographie 429 fuoco con agguerrita competenza il complesso episodio ottocentesco. La prima parte si rifa agli inse– diamenti romani nella località di Issogne e sviluppa la storia del castello fino al XVIII sec.. La responsabilità di tracciare le linee storiche generali tocca a Ornar Borettaz, il quale sgrana limpida– mente secoli e secoli di storia della località e della famiglia Challant con costante contrappunto docu– mentario; ma anche con freschezza di stupore per le vicende esistenzia– li, al di là degli eventi politici, dina– stici, militari, economici e ammini– strativi. Anna La Ferla fa emergere a tutto tondo la personalità di Gior– gio di Challant sulla realtà della sua influente famiglia situata ai più alti livelli gerarchici del ducato sabau– do. E ricostruisce la formazione del– l'ambizioso prelato nel contesto ben padroneggiato dell'Europa delle corti tardogotiche e del mecenati– smo principesco, dove potere politi– co e potere ecclesiastico si intreccia– no e rivaleggiano. Quando il fuoco della ricerca si stringe sulle opere architettoniche, pittoriche e decora– tive del castello patrocinare da Giorgio nello scorcio del XV sec., intervengono alcuni studiosi di rife– rimento per le problematiche rispettivamente affrontate. Elena Rossetti Brezzi ha fornito un excur– sus ravvicinato sui problemi dell'ar– redo pittorico, in rapporto con il suo lavoro universitario, fonte pri- maria sul tema. Joseph-Gabriel Rivolin ha decifrato con straordina– ria erudizione la simbologia e la struttura dinastico-gerarchica della decorazione araldica dispiegata nel cortile d'onore. Chiarificazione essenziale della centralirà del castel– lo di Issogne nella autorappresenta– zione di una famiglia di ambizioni principesche che promuove i propri fasti mondani ed ecclesiastici. Bruno Orlandoni, incrociando i dati del nuovo rilievo architettonico del castello realizzato per i lavori di messa a norma e del corpus docu– mentario Computa Sancti Ursi, per– viene a una persuasiva ipotesi della successione dei lavori che rrasfor– marono la primitiva casa forte in palazzo, individuando autori e mae– stranze. La seconda parte è dedicata all'Ottocento, ai <<quarant'anni di storicismo» che ebbero per protago– nista Vittorio Avondo. Da segnalare è la dovizia di documenti di cui Sandra Barberi intesse i suoi due capitoli - disegni, fotografie, inediti carteggi tra il collezionista-restaura– tore e i mercanti, gli artigiani, gli intendenti dd castello, gli amici - e soprattutto, ritrovamento capitale, l'inventario degli oggetti esistenti in ciascuna sala nel 1907. Nel suo con– vincente omaggio all'<<ultimo castel– lano di Issogne>> l'autrice ricostrui– sce passo passo i lavori da lui intra– presi. Può così confermare ciò che si era intuito negli anni ottanta: che
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