- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003
430 Bibliographie l'atteggiamento di Avondo nei con– fronti delle persistenze architettoni– che, quindi del restauro, fosse improntato a cautela, a discrezione studiosa, in controtendenza risperto ai colleghi europei, per lo più tribu– tari dell'interventismo francese alla Viollet le-Due; cioè in anticipo sui principi moderni della conservazio– ne dei beni culturali. Ritorna anche in luce, quasi oggetto per oggetto, la filologia delle scelte di Avondo nel ricreare l'arredo di una dimora signorile valdostana del tardo Quat– trocento. I..:analisi dimostra che gli interni di Issogne ammobigliati da Avondo hanno costituito al tempo non una mera esercitazione di gusto ma un'operazione di significato cul– turale. Il castello risulta quindi comprimario delle famose case– museo ottocentesche di Londra e di Parigi, di Milano e di Firenze. A proposito degli arredi non soltanto antichi ma anche <in stile» presenti nel castello, il libro si muove su un territorio inaugurato di recente dagli studi. Paolo San Martino, sulla scorta dei suoi lavori sulla stipetteria d~ alta epoca e su quella ottocentesca di età umberti– na apporta due contributi rilevanti. lnnanzitutto segnala il valore della raccolta di mobili valdostani messa insieme da Avondo, individuando– ne i caratteri all'incrocio tra diversi stili di intaglio tardoquattrocente– sco, provenienti da Ginevra, dalla Savoia e dal Jura. Secondariamente, partendo dall'inventario del 1907, con smaliziata analisi scevera nella collezione gli arredi autentici, da quelli integrati, da quelli ampia– mente restaurati, da quelli <<in stue>>, cioè eseguiti riprendendo i modelli antichi dagli artigiani dell'Ottocen– to, i quali vengono precisamente individuati. Cresce in tal modo il rispetto scientifico per la ricostru– zione d'ambiente realizzata nel castello da Avondo, in quanto opera di un protagonista della connoisseur– ship italiana di era storicista. Vi è poi una terza parte, dedica– ta al castello come si presenta oggi. Qui l'autrice - ancora Sandra Bar– beri - rende conto della scelta che ha presieduto ai suggestivo riarredo recente, del quale è responsabile. Che è stata quella, coraggiosa, di riproporre l'interpretazione della dimora degli Challant ai tempi di Giorgio data da Avondo. Cioè di disporre secondo l'inventario del 1907 gli arredi prima sparsi disorga– nicamente in tutto il castello, previo scrupoloso studio delle fonti icono– grafiche e documentarie e dopo attenti restauri e cauti ripristini. Tutto ciò che il visitatore incon– tra- architettura, spazi verdi, dipin– ti, affreschi, vetri, mobili, tessili, ceramiche, ferri, armi, armature, suppellettili - è descritto facendo ricorso al sapere sotteso al volume. Ne risulta un corposo capitolo suscettibile di diventare, in piena autonomia, una nuova guida del
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