- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003
448 Bibliographie campagna di studio e di restauro che Soprintendenza ai Beni Cultu– rali e il Capitolo della Collegiata hanno condotto in questi anni e nel progetto, per ora solo abbozzato, di CHIARA FREZET, Il Messale di Char– vensod (Aosta, Biblioteca del Seminario Maggiore, cod. 5), Aoste, Académie Saint-Ansel– me, 2001 (<< Ecrits d'histoire, de littérature et d'art>>, 5) La Regione autonoma della Valle d'Aosta vanta un primato ignoto ai più, che la conoscono soprattutto sotto il profilo turistico e ne ammirano la natura, i monu– menti, l'arte culinaria e le tradizioni popolari. Il primato riguarda la conoscenza del proprio patrimonio liturgico, che è stato inventariato, scandagliato e in parte pubblicato da un piccolo manipolo di studiosi - in particolare Lino Colliard e Robert Amiet - che hanno corona– to i sogni di esimi studiosi locali quali Mons. Due e l'infaticabile Mons. Frutaz. I <<Monumenta Litur– gica Ecclesite Augustante» costituisco– no un punto di riferimento nelle ricerche liturgiche e medievistiche dell'Europa medioevale non soltan– to a causa della loro ampiezza, ma soprattutto per l'importanza del materiale pubblicato. Il messale di Charvensod era realizzare finalmente un Museo della Collegiata nei locali del Priora– to, appena restaurati in occasione del Giubileo. Franco LOVIGNANA noto da tempo e nel 1986 è stato inglobato dall'Amiet nell' édition synthétique del messale aostano con la sigla B. Poteva sembrare ormai esaurito il suo interesse per nuove analisi; ma un'analisi particolareg– giata, condotta con puntigliosa acri– bia metodologica da una giovane · aostana, ha tolto il velo su vari aspetti finora trascurati ed ha evi– denziato l'opportunità di rendere ragione al codice di Charvensod dedicandogli una nuova ed autono– ma edizione integrale. Lindagine di Chiara Frezet si muove con passo sicuro e il dettato lineare del suo discorso introdurtivo nasconde in realtà tutta una serie di difficoltà che la giovane musicologa ha affrontato impadronendosi pre– sto delle necessarie metodologie di ricerca proprie del campo minato che è la bibliologia liturgica. Lo stu– dio del messale, infatti, non si limi– ta ad un approccio di filologia lin– guistica mediolatina, ma esige com– petenze disparate che vanno dalla codicologia all'agiografia, dalla sto– ria della chiesa alle paleografie testuale e musicale senza tralasciare l'esame dell'apparato iconografico.
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