- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2003

Nécrologies 525 Pietà di Doues, la Madonna di La Salle, quella di Issime, l'Addolora– ta di Quart, o la Pietà e gli sportellini di Promiod che eravamo anda– ti a staccare dalla cappella del villaggio per farli ricoverare prima a Cha.tillon poi in cattedrale. Così come non ricordare l'attenzione di don Garino a far restaurare e ripulire - quando possibile - questi pezzi, e la sua gioia, quando si scopriva che sotto strati di ridipinture esistevano ancora splendide cromie antiche, originali. Riacquistavano così il loro aspetto antico il San Grato e l'Addo– lorata di Quart, la Madonna di Issime, la Madonnina di Leverogne. E come non ricordare la commozione quando, restaurando la Pietà di Promiod e rimuovendo le coltri di vernici recenti, il restauratore Dino Aghetta ci mostrava di aver ritrovato l'incarnato originale del volto della Madonna, terreo, rigato di impercettibili lacrime azzurre e soprattutto una quasi invisibile lacrima a goccia, dipinta all'interno della palpebra inferiore destra, quasi pronta a scendere sulla guancia. Tra le scoperte, infine, quelle documentarie, che don Garino compiva con la consulenza paleografica ora di Elfrida Roullet ora di Gianni Thumiger, scartabellando negli archivi capitolari. A lui dob– biamo la riscoperta della descrizione della cappella sepolcrale di Oger Moriset, il contratto con il maestro ginevrino Joachim Helbarant per le ultime vetrate della cattedrale, i dati del diber secretis» sui paga– menti del ciborio della cattedrale all'orafo Jean de Malines, o ancora i pagamenti al grande scultore Stefano Mossettaz per il trasporto dei materiali necessari alla nuova tomba di Tommaso II sempre in catte– drale. La cattedrale di Aosta fu, in ultima analisi, il vero amore della vita di don Garino. E mi sembra giusto quindi chiudere questo suo ricor– do - così come l'ho iniziato - con il Museo del Tesoro, in particola– re con i giorni della sua inaugurazione. Poche ore prima della grande cerimonia di apertura don Garino aveva invitato tutti i membri del capitolo per accompagnarli a visitare il museo, ormai pronto. Ero presente insieme a Carlo Viano, e mi ricordo che avevamo commen– tato il nervosismo di don Garino e la sua agitazione. Ci eravamo tenuti un po' in disparte chiacchierando con don Nilo Dondeynaz, mentre don Garino guidava gli altri canonici, affiancato da monsi– gnor Edoardo Brunod, severissimo ed imperturbabile giudice sul cui

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