de Saint Anselme Nouvelle Série - Académie
Ilpatrimonio culturale valdostano 45 monio comune da 'illustrare' era quindi quello degli Stati sabaudi, al di qua ed al di là dei monti e dei colli 6 , senza alcuno specifico signifi– cato di unificazione italiana, di cui invece si tingeranno poi gli studi con la fine degli anni Quaranta 7 . Il progetto per la valorizzazione del patrimonio culturale dei domi– ni sabaudi, come nel 1832 si era indirizzato alle collezioni d'arte, così nel 1833 coinvolgeva l'impegno attivo degli storici, chiamati a recu– perare e far conoscere quelle 'vestigià del passato, da cui la sensibilità romantica dell'epoca e dello stesso Carlo Alberto era senza dubbio attratta. Il secolo scorso è stato per comune valutazione il secolo della storia: è comprensibile che fosse questa la scienza a cui la mentalità del tempo - e del Re - chiedesse di riscoprire le glorie passate, ma anche la coesione dei sudditi verso quell'istituto monarchico, che non sembra– va inopportuno corroborare di fronte alle frange illuministico-rivolu– zionarie di chi rimpiangeva la passata dominazione napoleonica o aspi– rava a soluzioni repubblicane. Nel programma politico e dinastico vagheggiato da Carlo Alberto il piccolo Stato sabaudo aspirava a pre– sentarsi con una sua precisa identità storico - culturale e ad avere un suo ruolo ed una sua peculiarità nel panorama non solo italiano ma europeo, anche nel campo culturale: gli studi storici potevano contri– buire validamente a cementare l'unione secolare dei territori della "patria sabaudà' con la propria dinastia e a valorizzarne il passato 8 • (...) nelprimo mezzo secolo dalla fondazione(...) a c. A. MANNa, Torino 1884, pp. 1-3 e L'opera cinquantenaria della Regia Deputazione di Storia Pairia di Torino(...) nel secondo mezzo secolo dalla fondazione(...) a c. E. DERVIEUX, Torino 1935, pp. 3-5. 6 La prospettiva era ormai da tempo quella vista dalla capitale (e non più, come nel medioevo, dalla Savoia): oltre i monti c'era la Savoia, oltre i "colli" il Nizzardo. I.:ottica però restava quella dei domini sabaudi, per lo più "di terraferma", anche se -ogni tanto– ci si ricordava pure della Sardegna, che -tra l'altro- dava alla dinastia il titolo regio... 7 G. S. PENE VIDARI, La Deputazione Subalpina di Storia Patria, Cenni storici, in "Accademie e biblioteche d'Italia'', LIV(1986), n° 4, pp. 3-6 e La Deputazione di Storia Patria, in Accademie, salotti, circoli nell'arco alpino occidentale a c. C. DEBENEDETII, Tori– no 1995, pp. 103-111 (opera, quest'ultima, dalla quale traggo alcuni passi per il presen– te contributo). 8 G. P. ROMAGNANI, Storiografia... cit., pp. 64-79; N. NADA, Il Piemonte sabaudo da/1814 a/1861, in P. NOTARIO- N. NADA, II Piemontesabaudo. Da/periodo napoleo– nico al Risorgimento, Torino 1993, pp. 179-189, 249-256.
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