de Saint Anselme Nouvelle Série - Académie
Il patrimonio culturale valdostano 65 Clotilde Daviso di Charvensod, che univa l'attaccamento spirituale alla terra dei suoi avi a quello per la Deputazione Subalpina 85 . Posso– no esserci, però, pure altri fattori. In primo luogo, la progressiva emer– sione in Valle di una storiografìa che non ha sentito più la necessità di ricorrere ad iniziative ed edizioni torinesi, ma ha provveduto in modo autonomo e diretto, acquisendo quelle risorse economiche regionali che in parte, in precedenza, erano destinate alle pubblicazioni effet– tuate a Torino. In secondo luogo, la conclusione di un certo numero di ricerche e di edizioni delle fonti principali che- effettuate fra gli anni Cinquanta e Sessanta- hanno visto colmati i 'vuoti' maggiori ed indirizzato quindi l'attività della Deputazione su altre zone subalpine altrettanto meritevoli di studio. In terzo luogo, il richiamo culturale ai due versanti alpini ha portato la storiografìa valdostana a ricercare ulte– riori collegamenti anche dall'altra parte delle Alpi oltre che con l'area padana, secondo una prospettiva antesignana dell'attuale dimensione "europea'' ma un po' speciale mezzo secolo fa, peraltro comprensibile per l'impostazione autonomistica regionale. È, infine, del tutto tra– montata l'impostazione centralistica della politica culturale, oggi più che mai affidata alle forze locali, purché attente ad una metodologia di ricerca e di studio elevata ed aggiornata: i contatti con l'ambiente accademico torinese possono essere pur sempre auspicabili, ma risul– tano certo meno utili di un tempo 86 • 85 La Daviso, membro corrispondente della Deputazione dal 1936 e dal 1942 mem– bro effettivo, era da tempo segretaria di redazione del "Bollettino storico-bibliografico subalpino" e dal 1948 al 1955 della stessa Deputazione Subalpina di Storia Patria (Atti della Deputazione, in "Bollettino storico-bibliografico subalpino", LIII [1955], pp. 167 e 170). A ricordo della sua attività e della sua personalità scientifica nel1956la famiglia Daviso di Charvensod .ne ha donato i manoscritti e la biblioteca alla Deputazione stes– sa e vi ha destinato una somma per bandire un premio annuale di storia subalpina dedi– cato alla sua memoria (Atti della Deputazione in "Bollettino storico-bibliografico subal– pino", LV [1957], pp. 252 e 258). 86 Nel millennio dell'informatica e della globalizzazione sono come minimo 'locali' i legami tra Val d'Aosta e Piemonte per le accademie o le istituzioni culturali, ed oramai anche Aosta da qualche anno ha la sua Università degli Studi. I giovani valdostani pos– sono formarvisi grazie a docenti spesso venuti da lontano: è un processo decisamente inverso a quello precedente, che tendeva peraltro ad inserire il giovane valdostano - fuori casa- in una realtà cittadina culturalmente più ampia (può sopperirvi l'attuale apertura al mondo della comunicazione?).
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