de Saint Anselme Nouvelle Série - Académie
Da Lescar adAosta 109 agire in modo dispotico, trattando da solo ogni questione, in quan– to aveva a Milano chi lo appoggiava e proteggeva. Il padre Valentini, a sua volta, era stato trovato assai deficitario nel suo insegnamento di teologia, giacché «strapazza la lettura e la maggior parte del tempo non fa scuola». Il padre Bailly, infine, era stato chiamato in causa, per aver dissi– pato le rendite; per la sua prodigalità nelle spese ordinarie a Lucq, Tolo– sa e Pau; per aver tirato in lungo nel trattare le liti a Tolosa, dove non avrebbe fatto altro che predicare; per aver consentito al vescovo di Olo– ron di impadronirsi di alcune decime destinate ai Barnabiti; e soprat– tutto per aver convinto il provinciale a non inviare alcuna relazione in merito agli accordi relativi alla commenda di Aubertin, che l'abate commendatario aveva ottenuto in modo surrettizio, nascondendo il fatto che la commenda faceva parte di un beneficio regolare dipenden– te da un priorato di Religiosi. In merito a quest'ultima, che, senza dub– bio, costituiva l'accusa più pesante mossa al Bailly, è bene ricordare che nel 1638 il figlio del Signore di Licerasse, chierico tonsurato, era riu– scito a ottenere dal padre la resignazione a suo favore di tale commen– da, che faceva parte del priorato di S. Cristina e che era tra i beni eccle– siastici posseduti dal Re. Enrico IV(tl610) nel1600 l'aveva data in dono al Signore di Licerasse, anche se questi non aveva titolo di esser– ne il beneficiario in quanto laico e maritato; ma, in seguito, aveva fatto richiesta al Papa di sostituire e surrogare i Barnabiti nei beni di S. Cri– stina e nei diritti dei Canonici Regolari di s. Agostino, e il Pontefice aveva aderito con due bolle (l'ultima delle quali del14 agosto 1613) e il tutto era stato verificato e approvato dal Parlamento, dopo che Luigi XIII aveva concesso la "manlevata'' di queste commende aiBarnabiti con l'editto del 12 aprile 1611. Il figlio del Signore di Licerasse, in virtù della resignazione del padre e del breve del Re del1618, avanzò le pro– prie pretese adducendo di averne anche il titolo, concessogli dal papa nel dicembre del 1614. In realtà, sin dalla fondazione del priorato di S. Cristina le commende erano state date ai Canonici regolari per ele– zione del Priore e del Capitolo di Santa Cristina; e in più facevano parte della mensa capitolare, alla quale i commendatari canonici dava– no il sovrappiù dei frutti, detratto il loro mantenimento. Questi di fatto erano solo quelli eletti e nominati dal Capitolo e l'ultimo di essi fu il Canonico regolare di S. Agostino Balthazar Bourrau, mentre il
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