de Saint Anselme Nouvelle Série - Académie

Da Lescar adAosta 111 "regolari", privando così i bearnesi di un tale beneficio, mentre era ancora vivo il ricordo dell'offesa recata al Parlamento di Pau. Una via più sicura per ottenere altre Commende era quella di ottenere la paten– te del Re con la quale egli stesso avrebbe donato la Commenda come facente parte del priorato di S. Cristina, e solo dopo cercare di ottene– re una Bolla confermativa del Papa. Per altro, il rischio di un'accusa di simonia non sussisteva, giacché la stessa legge canonica prevedeva per colui che cedeva un proprio beneficio di ricevere un equo compenso; 24 ecco perché il Commendatore di Aubertin, nel privarsi a favore dei Barnabiti di un beneficio che rendeva duemilacinquecento lire, pote– va chiedere come compenso quattromila scudi e una pensione annua di cinquecento lire, sempre con l'assenso del papa. Il rischio- come confermavano i migliori banchieri di Parigi e i più famosi avvocati - era di vedere condannati i Barnabiti alla restituzione di quanto aveva– no ricavato, giacché avevano tenuto per venti anni la Commenda senza averne il titolo, per non avere pubblicato in tempo utile le bolle di Paolo V. Invece, per assicurare alla Congregazione l'unione definitiva della Commenda alla "mensà' religiosa e concludere le liti iniziate ven– t'anni prima, si sarebbe dovuto aderire in toto alle sue richieste. 25 La lite, comunque, giunse a un punto tale che ancora il27 giugno 1640 il padre Giovanni Pietro Moneta, che aveva collaborato con il Bailly, si oppose alle pretese economiche dello Commendatario di Aubertin per cedere la Commenda. 26 Il Padre provinciale, Maurizio Marin - al quale il padre Bailly chie– deva di accettare l'accordo con il Commendatario per evitare che que– st'ultimo potesse accordarsi con i Gesuiti, con i quali stava pensando di trattare- rimise l'intera vicenda nelle mani del Preposto generale, al quale consigliò pure di verificare la veridicità delle accuse. Infatti, se queste fossero risultate vere, il padre Bailly avrebbe meritato un casti- 24 Il padre Bailly cita a sostegno l'opera del Lessio e in particolare ili. II "De Simo– nia'', dub. 28. 2 5 Cfr. CVB 23, m. III, f. l, n. 76. 26 Cfr. CVB 23, m. III, f. II, n. 14. Il documento rappresenta la relazione fatta dal padre Alberto Bailly, collegata a quella del padre Moneta.

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