- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2012

LA CROIX-DE-VILLE : DA EMBLEMA DELLA CONTRORIFORMA ALLO STILE ECLETTICO DI fiLIPPO GAYO ra oggi suscitano queste notizie non comprovate pare rispondere lo stesso De Tillier, il quale a margine del suo manoscritto annota: « Mais tout ce qui est dit cy dessus, tant de Calvin que de l'érection de la eroix de ville, n'est fondé que sur la tradition, sans autre preuve autentique qui en fasse foy ,/I. La tradizione della "fuga di Calvino" cui si appella De Tillier, lo si è detto all'inizio, è nata poco più di un secolo prima della redazione dell' Historique, una tradizione non scritta ufficialmente fino al 1611, ma agita in pubbliche iniziative di cui ancora oggi abbiamo tangibile testimonianza. Gli effetti oggettivi della tradizione hanno di fatto anticipato l'affermarsi del nome di Calvino, posponendo la comparsa del protagonista rispetto agli effetti indotti della sua presenza nel contesto sociale -le numerose inizia– tive "in nome di Calvino" -, nome che comparirà per la prima volta nella copia del Catalogus del Vaudan aggiornata per il vescovo Lodovico Martini. Una volta dato un nome alla tradizione, ormai ben radicata e realizzata nei fatti, gli sto– rici locali, da De Tillier in poi, avranno la strada spianata nell'attribuire all'assemblea del Conseil des États e al Conseil des Commis le iniziative finalizzate più alla difesa del territorio e della sua popolazione dalla minaccia reale di un coinvolgimento religioso, piuttosto che dal rischio dell'invasione franco-svizzera. La difesa dell'ortodossia cattolica è resa nei documenti d'archivio e nelle memorie di Pierre-Étienne e Joseph-Auguste Due, dell'abbé Henry, di François-Gabriel Frutaz, Félix Tisserand e Jules Bonnet con grande enfasi, reiterando le medesime prove mai documentate della permanenza e fuga di Calvino. Nell'entusiasmo descrittivo (o scelta premeditata?), usato per rappresentare una comunità valdostana unita e fedele al duca e alla fede cattolica, si sono in definitiva mescolati fatti realmente accaduti e documen– tati (il giuramento del1536, l'istituzione delle processioni e l'apposizione del trigram– ma) ad iniziative mai documentate, ma di cui abbiamo ancora oggi testimonianza (la Croix-de-Ville, suonare l'Angelus alle undici e trenta del mattino). È indubbio che questo intrico fatto di presenze ancora oggi tangibili, mancanze o omissioni documentarie, imprecisioni redazionali e letture di parte di quel periodo storico, renda difficile separare i fatti storici dalla tradizione. Un esempio emblematico è un documento anonimo che narra i fatti relativi alla seduta del 1536 e che contiene, oltre alle solite iniziative attribuite al Conseil des États, una data precisa riferita all'erezione della Croix-de-Ville e in accordo con l'anno dell'iscri– zione del monumento: 14 maggio 1541. Joseph-Auguste Due consulta una copia dell'originale, a suo dire conservato presso l'archivio del castello di Chatillon, nella trascrizione del canonico Gal del1826, ripor– tando testualmente quanto segue: 21 D E TiLUER, Historique... , ci t., p. 164. 121

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