- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2012

LA CROIX-DE-VlLLE : DA EMBLEMA DELLA CONTROIUFORMA ALLO STILE ECLETTICO DI fiLIPPO GAYO tico ecc. Con frequenza diversa quasi tutte le forme architettoniche del passato vennero riproposte e spesso accorpate insieme, privilegiando uno stile ad un altro, a seconda dell'uso e del contesto. Nel caso del monumento di Aosta Gayo impiegò lo stile neoegizio e ripropose, sia nelle fattezze sia in alcuni particolari decorativi, la forma del portale di un tempio, una scelta stilistica palese e dichiarata già all'epoca della sua costruzione. Nell'articolo apparso sulla "Feuille d'Annonces d'Aoste" in occasione della sua inaugurazione, il canonico Louis Gorret afferma che<< l'architecture du piédestal est égyptienne » (vedi supra). Definito lo stile architettonico, alcuni dei motivi decorativi scolpiti sulle lastre del pie– destallo assumono quindi il loro proprio significato. Il decoro più evidente e prossimo al canone decorativo del portale egiziano è il simbolo del sole (il dio Ra) con ali di falco (Horus), sormontato dal cobra reale. Come nei tem– pli di Luxor e Karnak, l'autore della decorazione del piedestallo della Croix-de-Ville ha posto il simbolo solare nello spazio concavo della cornice che conclude in alto sui quattro lati il finto portale, apportando però alcune modifiche all'iconografia: le ali di pipistrello prendono il posto delle ali di falco e due animali serpentiformi che ricorda– no due delfini (o due anguille) sostituiscono i cobra reali. Prima di affrontare le origini del progetto iconografico della Croix-de-Ville, è opportu– no tratteggiare quali furono le fonti su cui si basava la progettazione in stile neoegizio. Elementi e ornamenti egizi, affatto estranei nell'arte romana ed ellenistica, genera– rono, come vedremo, allegorie, emblemi ed imprese nell'Umanesimo rinascimentale, per approdare nelle tavole che illustrano i primi studi e documenti scientifici sull'ar– chitettura egizia. Non saranno le descrizioni di John Graves, Kirckner e di Bernard de Montfaucon, bensì i resoconti e le tavole dei primi esploratori inglesi in Medio Oriente come Norden, Pocock e Dalton a generare l'entusiasmo di Giovan Battista Piranesi per l'arte egizia, cui si deve uno dei primi repertori italiani di motivi ad uso architettonico, nonché l'adozione di elementi egizi da parte degli architetti illuministi 89 • Gli architetti dell'Ottocento trarranno invece la loro massima ispirazione dall'opera di Vivant Denon. Il Voyage dans la Basse et Haute Égypte pendant !es campagnes du général Bonaparte (1802) e la Déscription de l'Égypte (1809-1828) ebbero una tale diffusione in tutta l'Europa, che tante delle opere neoegizie dell'Ottocento derive– ranno direttamente dalle tavole descrittive che illustravano rilievi, prospetti e decori dei templi egizi 90 • 89 Su questi autori cf. L. PATETTA, L'architettura dell'Ecclettismo. Fonti, teorie, modelli 1750-1900, Maggioli, Santarcan– gelo di Romagna 2008, pp. 95-96. Piranesi pubblica nel 1769 una raccolta di motivi che può essere considerata un modello per tutti i repertori dell'eclettismo. Cf. G. B. PIRANESI, Diverse maniere d'adornare i camini ed ogni altra parte degli edifizi, desunte dall'architettura Egizia, Emtsca, Greca, con un ragionamento apologetico in diftsa dell'archi– tettura Egizia, Generoso Salomoni, Roma 1769. 90 D. VIVANT DENON, Vtlyage dans la Basse et Haute Égyptependant !es campagnes du général Bonaparte, P. Didot l':Uné, Paris 1802, edizione anastatica lnstitut français d'archéologie orientale du Caire, Il Cairo 1990; Description de l'Égypte ou recueil des observations et des recherches qui ont étéfoites en Égyptependant l'expédition de l'arméefrançaise, lmprimerie lmpériale, Paris 1809-1828. 141

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