- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2012

RAuLDAL Tro Nell'opera letteraria di Francesco Colonna, Hypnerotomachia Poliphili (ed. Aldo Manuzio, Venezia 1499), confluiscono documentazioni antiquarie tratte dai reperti archeologici della classicità (fregi e medaglie in particolare), elementi derivati dagli scrittori dell'età classica (da Erodoto, V secolo a. C., ad Ammiano Marcellino, N sec. d. C.) coagulati in sequenze geroglifiche che << sortirono l'effetto di estendere l'uso simbolico ad un nuovo alfabeto iconografico i cui elementi si potessero leggere come parole o come frasi appartenenti a un linguaggio discorsivo >> 102 • Un'operazione analoga fece Andrea Alciati negli Emblemata (1521), in cui rese in poesia la coniugazione del simbolismo classico con i geroglifici, inaugurando l'Em– blematica 103 • Tutto questo materiale confluirà nell'opera enciclopedica Hieroglyphica di Pierio Valeriano (1556), una ricca compilazione che attinge ad Orapollo, al Physiologus, a testi greci e latini, alla Cabala e alla Bibbia. I.: opera di Valeriano << rappresentò il punto di passaggio obbligato per la trasformazione della filosofia geroglifica [Marsilio Ficino, Marziano Capella, Pico della Mirandola, Erasmo da Rotterdam] in disciplina filologi– ca» contribuendo alla nascita dell'iconologia 104 • Dopo la decifrazione dell'antico egiziano operata da Champollion, tutto il lavoro speculativo condotto nel Rinascimento sui geroglifici oggi appare come il frutto di una concezione falsata e di un profondo fraintendimento. Nessuno degli intellettua– li dell'epoca ritenne necessario utilizzare, descrivere, tanto meno illustrare, i segni originali dei geroglifici che ormai erano alla loro portata, perché scolpiti nei tanti e multiformi reperti archeologici raccolti nelle collezioni che si andavano accrescen– do un po' in tutta Europa. Preferendo << una creazione originale ad un'imitazione fedele » gli umanisti tradirono la lingua egizia costruendo un universo simbolico che, tuttavia, ebbe profonda influenza nel pensiero, nella letteratura e nell'arte del Rinascimento 105 • Questa premessa era necessaria per comprendere come al tempo della costruzione della Croix-de-Ville (1841-1842) la conoscenza dei geroglifici, in quanto scrittura fonetica, fosse un'acquisizione ancora relegata al ristretto circolo dei glottologi che gravitavano intorno alla figura di Champollion. Pertanto, poiché la Grammatica e il Dizionario egizio comparvero tra 1841 e il 1842, non è pensabile che Gayo e gli ecclesiastici della 102 E. WrND, Misteri Pagani del Rinascimento, Adelphi, Milano 1971 , p. 255. Un'edizione moderna con anastatica dell'edizione aldina del 1499 e commento cf. M. ARIANI, M. GABRIELE (a cura di), Francesco Colonna, Hypneroto– machia Poliphili, Adelphi, Milano 1998. l 03 M. GABRIELE (a cura di), Andrea Alciato... , cit. 104 WrrrKOWER, Allegoria..., cit., p. 245. lnsuperaro sullo sviluppo dell'allegoria e del simbolo nel Rinascimento e il ruolo svolto dalla tradizione egizia per l'evoluzione dell'iconografia rinascimenrale è il saggio di K. G!EHLOW, Di e Hieroglyphenkunde des Humanismus in der Allegorie der Renaissance, pubblicato nel 1915. Per l'edizione italiana cf. K. G!EHLOW, Hieroglyphica, a cura di M. Gheraldi, S. Miiller, Aragno, Torino 2004. Parimenti significativi E. IVERSEN, The myth ofEgypt and bis Hieroglyps in the European Tradition, Gec Gad Publishers, Copenaghen 1961; G. BoAS, The Hieroglyphics ofHorapollo, Princeton University Press, New York 1950. Aggiornate le note e la biblio– grafia nell'introduzione di RIGONI, ZANCO (a cura di), Orapollo.. ., cit. 105 iVERSEN, The myth ofEgypt..., cit. 146

RkJQdWJsaXNoZXIy NzY4MjI=