- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2012

MARIE-ROSE COLL!ARD 4) Bontà significa conoscenza. La premura, la responsabilità, il rispetto si possono prati– care nei riguardi di una persona solo nel caso in cui la si conosca bene e ci si possa adat– tare alla sua personalità. Quindi bontà significa anche rispettoso studio di una persona, per non "violentarne" né le idee né i sentimenti né le ricchezze interiori né le esigenze vitali. Per conoscere una persona bisogna saper ascoltare, umilmente saper imparare, aver pazienza di rimanere in discreta contemplazione di fronte ad essa, dimenticarsi di sé per immedesimarsi nell'altro. Insomma, considerarla un oggetto molto interessante e molto prezioso, che merita tutta la nostra attenzione. Non c'è nulla che mi offenda di più che la pretesa di una persona che ritenga di saper tutto di me senza neppure avermi ascoltato o senza aver dimostrato nessun interesse per il mio mondo intimo. Mi arrabbio raramente, ma sempre quando mi si vuoi giudicare senza avermi studiato a fondo. Gli stessi sentimenti li suscitiamo negli altri se non ci preoccupiamo di dar loro la chiara sensazione che ci siamo dati da fare per conoscerli, prima di volerei occupare di loro. È frutto di questo aspetto della bontà quella gioia che talvolta scopriamo nelle parole di una persona che dice: « Mi sento bene con lui/lei perché mi capisce >>. Perché le folle erano così attratte dalla persona di Gesù? Perché si sentivano conosciuti da Lui fino in fondo all'anima: [...] <<Maestro, tu che conosci una persona prima an– cora che ti interroghi ... >> [ ••• ]. Per cui la bontà fatta di premura, di responsabilità, di rispetto e di profonda cono– scenza è possibile solo se si tiene conto di tutto ciò che è una persona umana, solo se si tiene conto che si tratta anche di un figlio di Dio. La fede in Dio e nel destino eterno dell'uomo è condizione essenziale per essere buoni con i propri fratelli. La fede e la bontà vanno di pari passo. E solo del grande amore di Gesù si poté veramente dire: <<Passò facendo il bene ... , guarendo tutti ... >>. Donato Nouchy <!t Émile Chanoux 40 ans après sa mort, dans "Le Réveil", juin 1984 Émile Chanoux est né le 9 janvier 1906 à Rovenaud de Valsavarenche ; il est mort dans la nuit du 18 au 19 mai 1944 dans une cellule de la Questura d'Aoste (la n° l) suite aux horribles tortures auxquelles il avait été soumis de la part des fascistes et des Allemands, qui espéraient, par ces moyens, lui arracher une confession concernant la Résistance valdòtaine que Chanoux avait organisée. Les jours 18, 19 et 20 mai derniers un colloque à nivaux international a eu lieu à Aoste pour rappeler ce triste et en meme temps glorieux anniversaire. Oui, ce fut une perte irréparable pour la Vallée d'Aoste, la mort d'Émile Chanoux à 38 ans seulement, mais en meme temps cetre tragédie a procuré aux Valdòtains un exemple, une expérience de vie et d'amour pour la Patrie, un guide que peuvent et pourront toujours suivre, avec la plus grande assurance, tous ceux qui prétendent tra– vailler pour le pays. 232

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