- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2012

MAruE-ROSE COLLIARD la "verticale", la "direttissimà'. È la via più ardua e faticosa che richiede non solo il mas– simo sforzo, ma la completa libertà dagli impedimenti e quindi il totale spogliamento: l'uomo che la vuoi percorrere con la certezza della vittoria non deve portar con sè nulla (nada); gli basta come elemento di forza per salire la sempre più forte attrazione di Dio che infiamma il cuore e illumina la notte tanto più quanto più ci si avvicina alla mèta. Sulla vetta, infatti, c'è Dio, e lì si realizza la totale unione tra l'anima e Lui nelle mistiche nozze, che ricalcano l'unione della natura umana con quella divina nell'unica persona di Cristo. Il raggiungimento della vetta- che è la vita eterna- è la vittoria dell'uomo, ma nel Signore e per mezzo del Signore, che è il Signore dell'Amore e della gloria. Dio parla e agisce nel silenzio Il silenzio della montagna, il silenzio dello scalatore è l'ambiente in cui si realizza la salita, l'ambiente in cui si trova Dio, perché egli parla e agisce nel silenzio. l?unica parola di Dio è il Verbo, il Cristo, pronunciata nel silenzio dell'eternità, che contiene ogni altra parola, perché in Lui Dio disse ogni cosa e ce la diede in dono. Ha espresso in Lui tutto, donandoci il Tutto (todo), che è suo Figlio. Pronunciato da sempre il Verbo, << Dio è rimasto come muto e non ha più niente da esprimere >>. Se gli chiediamo cose nuove ci può rispondere: << Ti ho detto e dato tutto nel mio figlio » (Ruiz). Quindi la persona di Cristo, la sua parola, la sua azione saranno ormai la vera rivelazio– ne e il programma di Dio, il programma della santità. Anche la nostra parola, quindi, sia solo uno strumento per raggiungere la verità e la vita. La parola diventa signifi– cativa ed efficace se accompagnata dal silenzio. [.. .] La parola assimilata nel silenzio sfocia nella verifica concreta dell'opera, per cui Giovanni della Croce nella lettera alle Carmelitane di Beas ha forgiato il celebre detto: <<Tacere e agire». Dalla parola, mediante il silenzio, alle forme più intense e squisite dell'agire personale, nel servizio-dono alle persone e nell'atto di culto e di ossequio a Dio, evitando i vizi che abitualmente si accompagnano alle cosiddette "buone opere": vanagloria, superbia, presunzione, compiacimento, disprezzo degli altri a cui ci si paragona. Todo- nada La parola, il silenzio e l'azione raggiungono il loro scopo se l'anima arriva al possesso del tutto: << Soltanto Dio è, per l'anima umana, il tutto ». Ma il Tutto del Padre è il Figlio: << Il Padre ci donò tutto, cioè il Figlio ». Così il Tutto di Dio, divenendo il Tutto dell'uomo, si è unito al nulla. Cristo è il Todo– nada, il Verbo umanato. In Lui la creazione intera riacquista il suo splendore, torna a conoscere il Padre, si ritrova nelle sue braccia, rivive l'intimità dell'amore e si esalta in un eterno diletto. Lanima cerca Dio se nella sua umiltà si sente un nulla: <<l?anima che vuole che Dio le si doni todo ha essa da donare todo, senza lasciare nada per sé ». Todo-nada, Tutto-nulla, per Giovanni della Croce sono sempre collegati all'unio- 244

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