- Academie de Saint Anselme - Nouvelle Serie - 01/01/2012

MARIE-ROSE COLLIARD Giovanni della Croce si estasia davanti alla bellezza della natura e diventa << il poeta dell'acqua e della fonte, incantato orante vicino a ruscelli e fiumi» (Castellano Cervera). Anche nel valorizzare questo simbolo Giovanni segue la Bibbia, che dalla Genesi all'Apo– calisse parla dell'acqua come simbolo di Dio e della sua grazia[ ... ]. La fonte che è il Padre si fa corrente cristallina nel Figlio e nello Spirito Santo, acqua viva per cristiano, torrente di delizie: <<Tale torrente è lo Spirito, fiume risplendente di acqua viva che sgorga dal trono di Dio e dell'Agnello ». Il passero solitario È un altro simbolo caro a Giovanni della Croce. Esso rappresenta la solitudine dell'anima che, per entrare in comunione con Dio, deve rimanere sola con Lui. Limmagine è attinta dal salmo 102: <<Veglio e gemo come uc– cello solitario sopra il tetto >>. Lanima, al momento di passare dal discorso meditativo ad un atteggiamento di puro abbandono contemplativo, in oblio e senza tempo, non sa più nulla di nulla. Si trova come fuori dal tempo e penetra i cieli e quando rientra in sé si sente elevata nello spirito ad una intelligenza celeste, alienata ed astratta da tutte le cose. Come un passero soli– tario sul tetto ... del mondo. Il suo stato non è pura passività, ma abbandono all'amo– re. << Dormo, ma veglia il mio cuore! ». Non si tratta della solitudine della fuga del Leopardi, ma della solitudine di incontro in intimità con Dio. L anima cerca il deserto per amore: per rimanere sola con l'Amato. In solitudine, non in isolamento. In attesa dell'Amato per godere della sua sola presenza. Ed infine, la luce <<La luce non è l'oggetto proprio della vista, ma il mezzo col quale si vedono le cose che essa investe». La luce che interessa Giovanni della Croce è quella della realtà sopranna– turale:<< La luce non è altro che l'unione d'amore nelle ombre della fede». È Dio stesso, in quanto rivela agli occhi della fede le realtà soprannaturali. Questa luce ha sedotto Giovanni della Croce: egli ne è rimasto abbagliato. Perciò arde dal desiderio di farla conoscere ed amare. Ci avverte che per percepirla è necessario vivere al piano superiore della grazia, delle virtù infuse, dei doni dello Spirito Santo; essere innestati in Cristo (Luce da Luce), in amicizia con lo Spirito Santo, i cui doni sono i canali della Luce. È necessario avere uno sguardo di fede, semplice e puro, unico strumento adeguato per raggiungere Dio, nel regno della luce. Concludo dicendovi che il mio voleva essere un umile invito ad avvicinarci a Giovanni della Croce. Troverete un gigante, ma soprattutto una guida, un maestro, un amico, per andare con sicurezza e con gioia alla ricerca di Dio e ad un sicuro incontro d'amore con Lui. Donato Nouchy 246

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